Pubblicato da Bonus Noise Records l’ep d’esordio di Charlotte Bridge, senza titolo, mette in evidenza il talento dream pop della cantautrice italiana, residente in Lussemburgo e già attiva con band e collaborazioni (qui la recensione del disco). Noi di TRAKS, in esclusiva, ti offriamo il free download della sua Spotless Mind.

Abbiamo fatto due chiacchiere con lei.

Come sei arrivata alla decisione di presentarti “da solista” dopo le esperienze con Talk to Me ed Edwin Aldin?

Ho sempre scritto canzoni da sola, da che avevo 12 anni. Spesso i pezzi che cantavo/suonavo nei miei gruppi, Talk to Me compresi, erano nati in solitudine nella mia stanzetta. Quando nel 2014 dovevo scegliere un nome per uscire nel mio featuring con i Mothell sapevo che stavo scegliendo un’identità che sarebbe venuta fuori come solista. Era il 2014 e stavo già scrivendo i pezzi che trovate oggi nel mio primo ep. La collaborazione con Edwin Aldin è nata dopo. In realtà è stato già il lancio di un progetto che sentivo come solista. Per questo abbiamo tenuto i nomi separati. Edwin Aldin è a sua volta un artista solista.

Questo ep è la fotografia del momento oppure da una selezione dei classici “brani nel cassetto”?

Domanda interessante, perché tutti i brani sono stati scritti nella primavera 2014, quindi direi una fotografia del momento, ma erano lì nel cassetto da quel periodo e non vedevo l’ora di tirarli fuori!

Non sei l’unica artista indipendente italiana che ha deciso di trasferirsi in Lussemburgo: che cosa hai trovato di speciale lassù?

Lussemburgo è un posto accogliente: ti dà la possibilità di trovare un lavoro ben pagato che ti sostenga nelle tue passioni (registrare un disco, fare un video, la benzina per le date… tutto ha un costo!) e se fai musica ci sono un sacco di festival e programmi radiofonici e televisivi che si impegnano per promuovere gli artisti locali.

La SACEM (la SIAE di qui) richiede soltanto una quota di iscrizione all’inizio e poi ti ripaga bene per i passaggi in radio (in un posto così piccolo è facile capitare sulla radio o la tv nazionale). Per il resto, la burocrazia è veloce, il paese è pieno di giovani lavoratori e racchiude una ricchezza culturale e linguistica come nessun altro posto. Qui quasi il 50% della popolazione è straniera!

Come nasce “Spotless Mind”?

Spotless Mind nasce da una fine. La fine di una lunga storia che tutt’a un tratto non porta che dolore. Mentre ne scrivevo il testo la connessione con il film “Eternal sunshine of the spotless mind” (in italiano “Se mi lasci ti cancello”) è avvenuta d’istinto.  A livello musicale il pezzo è stato scritto direttamente sul synth. Poi Ohio Kid (altro artista italiano trapiantato a Lussemburgo) ci ha aggiunto la chitarra ed Edwin Aldin ha tirato fuori quelle batterie sincopate che sentite nel ritornello. E’ il pezzo più “collaborato” dell’EP.

Puoi raccontare la strumentazione principale che hai utilizzato per suonare in questo disco?

Chitarre semiacustiche Epiphone e amplificatore Fender Deluxe. Chitarra acustica. Una tastiera MIDI controller, cioè una tastiera che di per sé non ha suoni ma che prende i suoni che le passi dal computer. Quindi appunto un sacco di “pacchetti di suoni” di synths e batterie che io ed Edwin Aldin (produttore del disco) abbiamo pazientemente scovato online, girando su internet. Per finire un sacco di riverbero e qualche basso qua e là, il tutto impastato su Protools. C’è anche un vero synth Moog su Spotless Mind! In prestito da un amico.

Puoi descrivere i tuoi concerti? Quali saranno le prossime date che ti vedranno coinvolta?

I miei concerti iniziano con me che sono stressatissima e dico a stento due parole. Ma una volta suonate 2-3 canzoni inizio a respirare normalmente e a volte riesco perfino a far ridere la audience. Sul palco per il momento porto chitarra elettroacustica e synth Korg R3 (suono metà pezzi con uno strumento, metà con l’altro). Niente batterie elettroniche per ora, voglio essere libera di improvvisare. In quanto a date, ne ho appena fatta una in Germania e una in Francia. Il 21 suono qui a Lussemburgo e per il 2017 c’è un’altra data in arrivo ma niente ancora di confermato.

Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimi di più in questo momento e perché

Non seguo troppo cosa succede in giro, devo dire… Ascolto musica trovata nei film o su playlist di Spotify e quasi sempre in inglese. Questa settimana però vado a sentire Ludovico Einaudi, verrà a suonare qui e farò l’italiana orgogliosa! Lo ammiro da sempre. Ho sentito anche parlare di Birthh e mi sembra fantastica: così giovane e già molto brava!

Puoi indicare tre brani, italiani o stranieri, che ti hanno influenzato particolarmente?

Indicherò 3 brani che hanno influenzato particolarmente la stesura di questo ep:

  1. High highs – Open season
  2. Simon & Garfunkel – Kathy’s song
  3. Emily Wolfe – Bullets (uno dei primi pezzi di Emily Wolfe, quando ancora scriveva bellissimi brani acustici… peccato ora questi suoi primi lavori siano stati rimossi dalla rete!)

 

One thought on “Charlotte Bridge, scegliendo un’identità”

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