Ci siamo presi qualche giorno per recensire Colombre, che ha appena pubblicato il nuovo disco Realismo magico in Adriatico. Tanto di solito non fa canzoni a scadenza, anzi è capace di lasciare piccoli graffi che rimangono a lungo. Il nuovo album, in uscita per Bomba dischi, è caratterizzato da nove brani, con un paio di featuring piuttosto notevoli, per un totale di quasi mezz’ora di musica.
Colombre traccia per traccia
Partenza morbida e semi-tropicale (ma è pur sempre l’Adriatico) con Midollo, che oscilla un po’ di chitarre e di atmosfere, pensando a una partenza che è anche una fuga.
Abbastanza inaspettato ma molto azzeccato il featuring di Franco126, che rappa e movimenta un po’ la molto morbida Più di prima. Si parla di difetti e di gente difettosa, di scherzi della memoria, per un brano avvolto dalla nostalgia ma senza troppo dolore.
E’ dolcissima Qualche specie di amore, che segue le tracce lasciate dal pianoforte, sollevandosi un po’ per volta. Parte invece subito in modo deciso Io e te certamente, l’altro featuring del disco, cioè quello con la compagna di vita, Maria Antonietta: con e senza vestiti, la ricerca della felicità procede di illusione in illusione, in un duetto molto armonico.
Parole spinose come rose popolano Maledizione, brano piuttosto vivace e frizzante, che si scaglia contro quelle cose fatte “per il nostro bene”. Le maledizioni del brano sono soffici, ma possono ferire anche così.
Durerebbe un’ora apre su toni scuri, cita Cappuccetto rosso, racconta sensazioni momentanee: “Sono nato per perderti/per sfiorarti appena”. La notte è la vera complice e non si fa i fatti suoi, in uno dei pezzi più intensi del disco.
L’oscurità si riverbera anche su Allucinazioni (“It’s a wonderful keyboards endless”), canzone dal titolo curioso ma anche dalla peculiare linea di basso. Che cosa ti resta quando sembra una giornata di merda e non hai neanche voglia di vivere? Il freddo nascosto nei dettagli graffia e rende sofferente il brano.
Domande senza risposta quelle che si propongono in Naturale, che riporta probabili ricordi d’infanzia, da una stanza senza vista sul mare. Sogni per procura e salvezze mancate navigano con calma su un mare piuttosto triste. Si chiude ancora in morbidezza, con Niente è come sembra, che racconta di insicurezze presenti e di cambiamenti futuri.
Sembra piccolo, in cima a quell’enorme roccia rosa che c’è in copertina, Colombre. Ma è tutto un gioco di prospettive, oltre che di realismo magico: la scrittura del cantautore si fa sempre più grande e matura, pur senza perdere quel tocco di leggerezza che l’ha sempre caratterizzata (anche quando si tratta di lanciare invettive).
Senza snaturarsi ma facendo molti passi avanti, Colombre mette insieme canzoni che riescono a risultare vibranti senza la necessità di alzare la voce. Anzi presentando sempre un volto gentile anche quando le emozioni sono particolarmente taglienti.