Nome consolidato ma mai abbastanza apprezzato tra i “nuovi” cantautori italiani (anche se è in giro dal 2006) Massaroni Pianoforti ha pubblicato il nuovo album Rolling Pop.

E si tratta di una delle uscite più interessanti di questo periodo sovraffollato, un disco intenso, divertente, da cantautore vero e intelligente.

Massaroni Pianoforti traccia per traccia

Decide di partire piano MP, con Le gattine, che pur non essendo morbidissima come testo ha un andamento e un’atmosfera melodica molto soft e un po’ vendittiana.

Ma si cambia subito: bassi profondi ed elettronica tra i ritmi quasi dub di Mattomondo, che parla di vacanze, diciamo così, piuttosto intime.

Si fanno frenetiche le cose con 50 Settimane, che ha un bel giro di basso e riferimenti rock-dance per illustrare uno scorrere del tempo probabilmente senza senso. E povero il cane.

Sentimenti blues profondi in una Abberlino che suona un po’ Ivan Graziani, un po’ Rino, ma molto Massaroni. Bella fitta e potente, con gli archi che stemperano ma si impuntano, in un pezzo che molto spinge e molto tira.

C’è bisogno di un certo rallentamento, anche con eventuali addittivi chimici, ed ecco quindi In erba, romantica e melodica tanto da sembrare quasi uno spiritual (o una mezza parodia di uno spiritual).

Caffex (cioè un caffè con l’ex, ma a quanto pare forse non soltanto un caffè) è un racconto non troppo serio di un incontro molto contrastato, con un cantato che si adegua di conseguenza e a volte accarezza, a volte strappa. Goodbye, goodbye, goodbye my love…

Viaggi e giri di chitarra nella descrittiva Popcorn (sei un bel film per tutti), con vaste dosi del cantautorato italiano che si riversano, con il piano che tiene insieme le fila dei suoni.

Ci si riporta in terreno rock-blues con Fuorimano, pestata più che picchiata, ruvidina ma anche un po’ giocosa, con il drumming a volte protagonista assoluto.

E all’improvviso, Gazzelle: Blabla è il trait d’union con il cantautorato indie di oggi (anche se quel “pensiiiii” portato così fa pensare a Fossati, e c’è una maglietta fina che è diventata uno straccio). Ne risulta una ballatona vasta e sentimentale con un sacco di versi che terminano con la “u” accentata.

Chi è che gli ha fatto l’accendino? L’interrogativo inquietante oscilla in Jennifer, robusta di sezione ritmica e di interrogativi non necessariamente esistenziali.

Forse è inevitabile che il disco si chiuda con una ballad, piena di malinconia e con un po’ di synth, come Rollingstone (tutto attaccato, non come Bob Dylan).

Tanti e tanto bravi: la schiera di cantautori italiani ormai notevoli, consolidati, uomini fatti è sempre più notevole e sorprendente. E l’ultimo della schiera non è certo Massaroni Pianoforti, che con questo disco conferma talento, inventiva, ironia fulminante e padronanza assoluta dei suoni. Da ascoltare e riascoltare.

Genere: cantautore

Se ti piace Massaroni Pianoforti assaggia anche: Dimartino

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