Daimon Lai, “Alter-Ego”: La recensione

Dopo il primo singolo e video Canto dei maledetti arriva Alter Ego, il nuovo album di Daimon Lai. Nove canzoni che mescolano sentimenti elettronici e un’attitudine cantautorale fortemente personale. Aronne Calvigioni, in arte Daimon Lai, racchiude tutto il proprio spirito di avventura in nove brani coerenti dal punto di vista sonoro e di forte impatto. Scenari danteschi, tentazioni di volo, esplorazioni e tantissima vitalità si convogliano in un disco sicuramente pop ma mai banale.
“Alter Ego è il mio secondo album e la mia seconda vita, dove l’uomo e il Daimon si incontrano, dove gli eroi vivono, dove la maschera cade, dove l’ombra che vive dentro di noi si presenta allo specchio. Come disse il grandissimo Franco Battiato che ci ha lasciato pochi giorni fa…” questo pianeta è una palestra di due forze opposte, noi nasciamo così, il dualismo è la nostra stessa esistenza, una forza negativa rafforza quella positiva. Devi passare attraverso certe strade per poter comprendere…”
Daimon Lai traccia per traccia
Si parte proprio da Canto dei maledetti, singolo di apertura e voragine dantesca che si apre, con l’aiuto dei synth e di atmosfere minacciose.
Cori e scenari di nascita quelli che si consumano all’interno di Viaggio astrale, altrettanto consumato sotto idee notturne. Fammi cadere vivo è una dichiarazione di vitalità che si nutre di ritmiche profonde e di una virulenta accelerazione iniziale.
Si emerge dalla Nebbia per esplorare dimore degli spiriti, con un cantato questa volta più morbido. Canti amerindi completano il discorso. Il viaggio continua e si arriva a La porta, con gli archi che prendono possesso dell’introduzione, per poi lasciare spazio a suoni continui e bassi, su cui si eleva la voce.
Molto dinamismo in Melo-Dia, canzone da corsa ma che sa anche rallentare e prendersi spazi di ripensamento. Passo cadenzato quello di Dietro al rosso degli opposti, che parla di stelle e di contrapposizioni.
In un secondo si contraddistingue per il battito quasi dance e qualche rimembranza vintage. Finale epico e in crescita continua quello di Niente.
Ricco di suggestioni e di inventiva, il nuovo disco di Daimon Lai si immerge in tinte oscure e dà spazio a un punto di vista interessante sulle sonorità synthwave.