“La chitarra fotonica”. Potrebbe essere il titolo della biografia di Keith Richards, ma qui non si parla di musica, si parla di scienza. Il titolo è infatti quello di uno dei laboratori del Festival della Scienza, a Genova dal 21 ottobre al 2 novembre, giunto ormai alla sua diciannovesima edizione. Il tema è quello delle mappe: che siano mentali, percorsi, labirinti, reticoli poco importa. Tutto è legato, collegato, trova e ritorna al suo senso, lascia strade spianate a chi ci sarà dopo di noi.
Lo stesso fa la musica: segue la sua spirale, porta dove qualcuno, chi ha scritto il pezzo, ha deciso di voler condurre. La sua mappa mentale, quella del suo viaggio, dove ci sono le bandierine colorate per mettere in evidenza i posti del cuore, i luoghi che proprio vorrei che vedessi. Guarda qui, ci sono tutti i miei punti deboli… diceva Vasco Brondi quando era ancora Le luci della centrale elettrica, quando ancora un’altra mappa serviva per riuscire a scivolare via dall’abbraccio doloroso dei suoi viaggi mentali.
Torniamo a Genova, nella sala della Società Ligure di Storia Patria in cui il laboratorio di chitarra amplificata da un raggio laser realizzato dal CNR – Istituto Nazionale di Ottica ha accolto i visitatori.
L’esperimento è semplice, nella sua complessità: una fibra ottica particolare, detta a reticolo di Bragg, collegata alla cassa armonica di una chitarra. Se la fibra ottica viene illuminata da un laser, una banalissima lucina in vendita nelle migliori cineserie, nulla di sofisticato, le vibrazioni della cassa si trasferiscono alla fibra e si traducono in variazioni di intensità della radiazione riflessa e, attraverso un apposito fotorivelatore, in un segnale elettrico. Se questo segnale viene amplificato, la chitarra viene amplificata dalla fibra. Se il fascio laser è interrotto, anche il suono smette.

Un po’ come la mente, che se smetti di darle stimoli finisce per addormentarsi ripiegata su se stessa. Un po’ come i legami, che smettono di far sentire le loro vibrazioni quando si interrompe il fascio di luce per cui si decide di camminare per un po’ insieme.
La scienza e la musica ascoltano, sentono l’ambiente che c’è intorno, sulle sponde del nostro piccolo universo, vedono i fili che ci legano ai vari elementi. Dopo aver osservato, restituiscono risposte. Possono essere melodie, tesi, parole in rima o termini tecnici. Offrono risposte alle domande. O almeno ci provano con tutti i mezzi che hanno a disposizione, a volte provando a inventarne di nuovi.