Elasi presenta il nuovo album Elasir disponibile su tutte le piattaforme digitali per Trident Music. Anticipato dai singoli AMÆMI e ICEBERG, ELASIR corona l’eclettico percorso sonoro della songwriter/producer/dj Elasi con nuovi mondi surreali in cui perdersi ballando a occhi chiusi. Nove tracce sospese tra universi onirici e realtà variopinte fondono ritmi e tessuti elettronici a suoni ricercati in terre e culture lontane.
ELASIR è il mio antidoto magico per fluttuare leggera, danzando, verso l’Everest quando cado nell’abisso. Molti di questi pezzi arrivano dalla memoria delle colonne sonore di alcuni miei sogni in cui mi perdo in club, città, aeroporti, boschi, spiagge in continua metamorfosi. Il clubbing si mescola all’onirico e alle mie esplorazioni sonore di popoli lontani. Con Rocco Rampino abbiamo lavorato alla produzione per due anni mescolando la mia anima da DJ con quella di songwriter più delicata: è stato un lavoro di lunga ricerca di suoni, immagini e ambienti che più assomigliassero agli iceberg, ai tappeti volanti, e ai binari stellari del mio mondo semplice
Elasi traccia per traccia
Si parte dai cori infantili di ICEBERG, per parlare di Luna e di ghiacci che si sciolgono. Ma il clima è festoso e i ritmi adatti al dancefloor, in un’apertura che è già una celebrazione.
AMÆMI prosegue con un lessico semplice e un po’ generoso in termini grammaticali, a inseguire il parlato dei bambini, per stratificare invece ritmi battenti e sonorità a più livelli.
Battiti continui e voci leggere per ETC, che suggerisce assonanze francesi mentre esprime l’intenzione di non preoccuparsi più e di affidarsi a un fatalismo inevitabile.
Attitudini al viaggio e al ballo si esprimono in Lorella, che sembra flirtare con la dance di qualche decennio fa, in un gioco di contraddizioni morbide ma decise.
Il primo pezzo veramente cantato e pop è Marina (Bachata), che ha vaghi sapori electrotropical, in una sorta di ballad avvolgente e ammaliante. Umori non particolarmente felici anche quelli che si riscontrono in Abissi Everest, che scivola fluida tra profondità e altezze.
Un ticchettio iniziale caratterizza Taiko, che poi si alimenta di voci lontane e incomprensibili. Con Sebra Cruz, ecco poi Musica Especial, che lascia l’Oriente per un Occidente latino e comunque un po’ mistico.
L’incertezza per il futuro, la libertà e altri temi di vasta portata fanno capolino in Tigre Bianca, che chiude il disco con ritmi abbastanza frenetici.
Scompone, destruttura, ricostruisce Elasi, alla ricerca prima di tutto di ritmi, poi di strutture sonore che si sostengano e forniscano un senso: un disco di ricerca ma anche di ritrovamenti, con il lavoro con i bambini che riemerge in almeno un paio di brani, e con una propensione internazionale sempre più marcata.