Elephant Brain, “Canzoni da odiare”: recensione e streaming

Canzoni da odiare è il secondo album della rock band perugina Elephant Brain, in uscita per Libellula/Believe in digitale, cd e vinile. Il disco arriva dopo Niente di speciale, l’esordio sulla lunga distanza pubblicato nel 2020 – due settimane prima che il mondo, per come lo conoscevamo prima, si fermasse – che raggiunge oltre 1 milione di ascolti su Spotify. Con quasi 40.000 ascoltatori mensili e una copertina della playlist Rock Italia di Spotify, gli Elephant Brain si sono sempre distinti anche per una intensa attività dal vivo.
Elephant Brain traccia per traccia
Rapida introduzione quella di Pt. 1 (canzoni), cui fa seguito una cavalcata elettrica potente, quella di Mi sbaglierò: diretta e breve, costituisce un’apertura molto potente del disco.
Non si decelera, probabilmente mai: sicuramente non in Neanche un’ora sveglio, che picchia in modo diretto e senza tentennamenti, pur parlando sempre di crolli e di sbagli. “Se il giorno è solo un’altra notte senza te/non passerò neanche un’ora sveglio” assomiglia a un ritornello che rimane in testa.
E invece ecco il pezzo raccolto e più lento: Come mi divori opta per il cannibalismo sentimentale, anche se poi esplode richiedendo affetto e vicinanza. Rapida ma cantata un po’ più sottovoce, almeno nelle strofe, ecco Anche questa è insicurezza.
Si viaggia in sensi di attrazione con Calamite, che alterna facilmente momenti di buio e di luce improvvisa: “E sarà un giorno qualunque/che ci distruggerà”.
Rimini torna all’intimità, questa volta dall’inizio alla fine del pezzo, con chitarra acustica, pensieri morbidi e malinconici, un’aria pacifica. Si riprende a correre con Quel che resta, vibrante e piuttosto aggressiva: “le sere, le feste, le nostre ore piccole”. Uscita strumentale e breve con Pt. 2 (odiare).
Si va sul facile, e noi non abbiamo fatto eccezione, paragonando gli Elephant Brain ai FASK, posto che della band di Aimone gli EB ricordano soprattutto la prima fase, quella più ruvida.
Tuttavia la band perugina fa molto più che prendere ispirazione da una formazione più famosa: immette molta della propria personalità in canzoni rapide e spesso brucianti, lasciando un segno e confermando le ottime impressioni già suscitate con l’esordio.