I progetti a volte si chiudono nei cassetti, solo che a volte poi qualcuno ci va a rovistare e li ritrova. E’ successo così agli Hike, band (ri)nata nel 2018 e che ha appena pubblicato un ep da tre canzoni ma è pronta anche a nuove avventure.

Chi sono gli Hike?

Gli Hike sono una band alternative rock italiana. Il gruppo è composto da me (Simone Micheli), tastierista e cantante e dai due chitarristi Stefano Piermarini e Riccardo Biscetti. Il progetto nasce nel 2018, o meglio “rinasce”, perché in realtà si tratta di una conoscenza di vecchia data. Noi tre siamo amici da una vita, ci siamo conosciuti con la musica, abbiamo sempre fatto musica e abbiamo visto nascere e morire diversi progetti insieme. Tranne gli Hike. Questo al massimo lo abbiamo chiuso nel cassetto… che abbiamo riaperto lo scorso anno!

La nostra vela vira verso la possibilità di poter collaborare con artisti musicali e visivi per la realizzazione di contenuti originali e autoprodotti, sia per le produzioni in studio che per le esibizioni dal vivo: è una cosa che ci intriga moltissimo.

Come nascono i tre brani del vostro ep?

I tre brani inclusi nell’ep sono vecchie composizioni, datate all’incirca 2013/2014 (qualcuna forse anche più indietro). Facevano parte di un album di undici tracce che avevamo iniziato a scrivere e che, per una serie di ragioni, non avevamo mai concluso. Abbiamo quindi deciso di fare una cernita e ripescare quelle che, secondo noi, erano le migliori per poter ripresentare e mostrare il progetto sotto una nuova veste.

La cosa in realtà è nata per divertimento. Ascoltando uno dei nostri vecchi brani lo scorso anno (2018), mi sono messo al computer, ho riaperto la sessione su Pro Tools e ho programmato l’intera parte di batteria di uno dei tre brani. Di lì al mese successivo avremmo poi registrato il basso, le voci, sistemato l’intero arrangiamento ed eseguito mix e master: Good Speech era quindi pronta per la distribuzione digitale. Un’emozione granitica, giuro.

Quali sono gli spunti da cui nascono i vostri testi? E di cosa parlano le vostre canzoni?

Seems legit. La domanda più complicata in assoluto. Personalmente, reputo i testi il passaggio più difficile con cui mi trovo a combattere. In generale perché individuo nella voce più un elemento di “contorno”, che un ruolo di “protagonista principale della storia”.

Adoro lasciar ampio spazio alla libera interpretazione dei nostri brani e credo, anzi, che le parole rischino talvolta di confondere l’ascoltatore.

Il significato dei brani poi non è soltanto nei testi, ma anche nelle singole note: motivo per cui pubblichiamo sempre anche le versioni strumentali e invitiamo le persone ad ascoltarle e scaricarle gratuitamente dal nostro sito. Per la stesura comunque, prendo molto spunto da storie, racconti di persone, riflessioni e fantasie.

Cercando di parafrasare nella maniera più sintetica possibile:

  • Good Speech parla della narcisistica ricerca della propria integrità, della propria completezza, della propria motivazione e delle soddisfazioni personali nel compiacimento e nelle belle parole ricevute;
  • Red-Eyed parla della rabbia come un parassita che si annida nel cervello e prende le redini della nostra mente. È la breve storiella di un uomo che vende la propria anima alla dea dell’ira per privarsi delle proprie emozioni e in cambio è costretto a uccidere il padre. Il patto gli costa però una vita grigia e una prigionia eterna che lo porta a desiderare la morte;
  • Clean è una storia di amore puro e di redenzione da una vita di scelte sbagliate e sogni irrealizzati.

P.S.: Prometto che ci saranno anche testi felici “in questa vita o nell’altra”!

Il vostro ep ha un sound internazionale con qualche idea progressive. Chi sono i vostri capisaldi musicali?

Sicuramente un bell’accostamento. Tra le band che maggiormente hanno influenzato (e influenzano) la nostra musica ci sono: Periphery, TesseracT, Dream Theater, Haken, Muse, 22, Nothing But Thieves, Porcupine Tree, A Perfect Circle e TOOL.

So che avete in preparazione un nuovo album. Ci puoi anticipare come sarà? 

Al momento è difficile dirlo, abbiamo iniziato a lavorarci da poco. Posso dire con certezza che c’è sicuramente un cambio di rotta dal punto di vista dell’approccio compositivo, ma non dello stile. Ciononostante, è una nostra grande premura quella di rimanere al passo coi tempi e assecondare l’evoluzione dei nostri interessi. Abbiamo già alcuni riff pronti che sono sicuro che chi ha apprezzato l’ep gradirà particolarmente! Poi be’… io vorrei vedere in studio e sul palco una 7 corde, ma Stefano e Riccardo continuano a remarmi contro!

Hike traccia per traccia

Parte piano Good Speech, costruendo poco per volta l’atmosfera che andrà poi a farsi avvolgente alzando i toni, assumendo i modi del rock melodico senza però abbandonare mai del tutto le dolcezze iniziali.

Molto più robusta Red eyed, che parte all’attacco fin dalle prime battute, poi rallenta e lascia di nuovo spazio al pianoforte e alla melodia. I campi percorsi sono quelli del rock internazionale, un po’ vintage e con qualche tentazione progressive, sottolineata anche dai frequenti cambi di ritmo e qui anche dall’uso delle tastiere.

Clean suona a ritmi medi, portando alla memoria band prog anni ‘80-‘90 (i secondi Marillion, i Pendragon) ma anche band di metal melodico.

Un piccolo assaggio, queste tre canzoni degli Hike, ma utile per capire che visioni e vedute della band sono vaste e promettenti.

Genere: rock progressive

Se ti piacciono gli Hike assaggia anche: Una giornata infausta

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