Di Chiara Orsetti
Fingo di non vederti è il titolo dell’album de Il Mulo, il progetto discografico di Morris Celli, accompagnato da Luca Balacca e Mattia Benvenuti. Dopo l’esperienza con il nome Clamidia, Celli ha deciso di dare vita a un nuova avventura, pubblicando otto tracce che non riescono a trovare il giusto orizzonte se collocate in un unico genere musicale, ma che spaziano raccontando storie differenti, strizzando l’occhio ad atmosfere molto diverse tra loro.
Il Mulo traccia per traccia
Non bastava il denaro, non bastava la luna / io volevo soltanto ritrovarmi sereno
Trick House è la canzone che apre l’album: giro di basso profondo, suoni sintetici e la speranza di tempi migliori che accompagna per mano l’ascoltatore, invitandolo a non perdersi e a non perdere tempo.
Se è tutto scritto ma non si può capire / pensa quando ci vedremo quante cose che avremo da dire
Il ritmo aumenta con La malaria, una canzone che parla d’amore, ma lo fa trasportando in un vortice emozionale in cui la lotta è tra il ricordo di ciò che è stato e il desiderio ardito di un futuro da vivere.
Ti prego ascoltami e vieni vicino / non ti farà più male il rock and roll
Antonio è un uomo che decide di abbandonare il suo sogno di far musica, ma allontanandosi dalla passione si sente lontano anche da sé stesso. Prepotente il suono distorto, sembra quasi amplificare il dolore e la sensazione di assenza di aria che si genera quando si archiviano le parti di noi che avrebbero, invece, il disperato bisogno di urlare.
Sai che ti stringo forte / dal cielo non cadrai
Si prosegue con Hopper, più morbido all’inizio per sfociare in un turbinio elettronico e ritrovare nuovamente leggerezza sul finale. L’esigenza di protezione della persona amata viene cantata senza cedere a romanticismi inutili, puntando all’essenza del sentimento.
Quanta acqua passerà? / Passa e ha dimenticato le montagne / vede solo il mare
Savannah è acqua che scorre, che segue il suo corso e come da copione cerca la sua massima espressione tentando di raggiungere il suo mare, il suo spazio. E come acqua che scorre, così l’amore porta sempre verso il suo giusto orizzonte, allontanandosi da tutto ciò per cui non vale la pena soffermarsi.
Ci vuole più coraggio / per cambiare prospettiva o strada
Con le sue sonorità anni ‘80, Anima fa muovere la testa e scuotere i pensieri. Un brano introspettivo, che regala spunti per osservare la posizione della propria anima in un momento in cui allucinazioni, stupore e pesi la trascinano senza darle tregua.
Avremo pace in eterno / spero che almeno emozioni la vita
Osannale cerca lo scossone, augura buona fortuna dove per fortuna non si intende solo che tutto vada bene, ma che tutto vada come deve andare. Randagia è la vita, le parole si mantengono sospese sulla speranza di emozione e nel vuoto che spesso ci troviamo accanto, senza sapere perché.
C’è tanto buio / così non avrai ombre
Il disco si chiude con Desaparecido, la vera canzone d’amore del disco, se fosse necessario incoronarne una. Il senso di protezione ritorna prepotente, questa volta lasciando uno spazio dentro di sé per accogliere e custodire l’altro, morbido rifugio in cui avvolgersi.
Fingo di non vederti è un album introspettivo, in cui la spiccata sensibilità dei testi riesce ad adattarsi a una forma lontana dal cantautorato tradizionale. In tutte le tracce è senza dubbio il ritmo a essere protagonista, ma Il Mulo sa mantenere viva e forte la capacità di emozionare.