Il Tipo di Jesi è il nome d’arte di Tommaso Sampaolesi, classe 1986: il suo ultimo lavoro, uscito qualche mese fa, è Pranzo rock in via Trieste, dal quale di recente ha tratto l’ultimo singolo Masturnazione. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Vorrei sapere qualcosa della tua storia e come sei arrivato fino a questo album.
Ho sempre ascoltato musica e suonato fin da quando ero bambino. Ho iniziato a studiare pianoforte da piccolissimo e poi la chitarra nell’adolescenza, dopo aver ascoltato per la prima volta i Nirvana.
Prima di pensare di fare un progetto da solista suonavo con i .cora., un power trio con cui abbiamo fatto uscire un disco per Jestrai nel 2008, registrato e prodotto da David Lenci al mitico Red House di Senigallia.
Dopo qualche altro anno e ep con i .cora. mi è venuta voglia di mettermi in gioco da solista e così ho inviato una demo con qualche registrazione di canzoni che avevo scritto a casa (e che non erano adatte ai .cora.) a Davide Lasala, che ha mostrato subito interesse verso il progetto. Così ci siamo messi d’accordo per lavorare insieme sulle canzoni, prima a distanza e poi nel suo studio. Il risultato è Pranzo Rock in Via Trieste.
Quali sono state le premesse di composizione dell’album? Sono canzoni che hai scritto lungo il tempo oppure sono una fotografia di questo momento particolare?
Direi che sono la fotografia di un momento particolare, il momento in cui per la prima volta sono andato a vivere da solo. Infatti queste canzoni le ho scritte tutte a casa mia in via Trieste nel giro di qualche mese, dopo aver traslocato e per la prima volta essermi emancipato.
Si può dire che questo disco segna per me il passaggio all’età adulta, sia in termini di vita che musicalmente parlando, perché ci metto la faccia in prima persona e non sono più parte di una band.
Si indovina una certa rabbia e influenze alternative rock dal tuo singolo “Masturnazione”. Quali altri sono gli ingredienti di questa canzone e qual è stata la sua genesi?
Sicuramente un ingrediente fondamentale del pezzo è una certa insofferenza alla frenesia dei ritmi di oggi. Casa-lavoro, lavoro-casa ignorando se stessi e le proprie aspirazioni.
E’ una canzone che ho scritto in un momento di crisi dal punto di vista lavorativo e in cui stavo addirittura pensando di mollare tutto per fare esclusivamente musica. Poi per fortuna ci ho ripensato anche grazie all’aiuto e ai preziosi consigli di Davide Lasala e della mia ragazza.
Musicalmente parlando ci sono influenze di musica elettronica e rap, che ascolto molto. E’ una delle ultime canzoni che ho scritto per il disco, giusto qualche giorno prima di partire per andare a registrare all’EDAC Studio.
Penso che le tue influenze principali siano probabilmente internazionali. Ma c’è qualche gruppo o qualche artista italiano contemporaneo che ti piace particolarmente?
Sì, probabilmente le influenze principali del disco derivano dall’ascolto di artisti stranieri, soprattutto Beatles, Elliott Smith, Alice in Chains, MGMT, Nick Cave e Nick Drake. Ma mi hanno influenzato molto anche Lucio Dalla e Rino Gaetano.
Di gruppi e artisti italiani invece ultimamente ascolto molto Giovanni Truppi, La rappresentante di lista, Giorgieness, Edda e Calcutta.
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