Abbiamo recensito qualche tempo fa L’uomo immaginario della band Macchina del Fango (e possiamo provarlo: qui la recensione): arrivano da Roma e propongono uno stile che fa appello sia alla new wave, sia alla canzone d’autore: per constatarlo di persona, a fine pagina puoi ascoltare lo streaming. Li abbiamo intervistati.

Potete riassumere la storia della band fin qui e spiegare il nome della band?

Risponde Alessandro Zappulli (voce, chitarra): Nel 2011 ero appena uscito da un’esperienza con un altro gruppo, avevo scritto diverse canzoni e desideravo farle ascoltare, così acquistai un basso da 200 euro, una piccola scheda audio e registrai qualche provino, registrando in multitraccia con chitarre e voce.

Li pubblicai online, ma Inizialmente volevo che fosse tutto anonimo, quindi mi nascosi dietro il nome “Macchina del Fango”. Mi piaceva per un duplice significato: sia per quello più conosciuto, che indica i meccanismi di diffamazione, sia perché mi piaceva l’idea di una “macchina” ideale, che creasse a partire da materiale grezzo. Con il tempo è diventato un gruppo vero e proprio, con una formazione che ha subito diversi cambi e che si è stabilizzata da un paio d’anni a questa parte

Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato nel realizzare il disco, se ci sono state?

Risponde Alessandro Scerpa (basso, fonico): Non ci sono state molte difficoltà, devo dire, eccezion fatta per la fase di registrazione della voce e della chitarra acustica, gli unici due strumenti che hanno avuto bisogno di una maggior attenzione nel controllare i rumori ambientali e i rientri nei microfoni; quella di editing (tagli, comping e via dicendo) e di missaggio delle tante, a volte anche troppe, tracce presenti nei vari progetti.

Come nasce “Il corvo e la nebbia”?

Risponde Alessandro Zappulli: Quel brano in particolare ha avuto una gestazione molto lunga, avevo lavorato su quella progressione di accordi a lungo, la parte centrale mi dava un’atmosfera cupa, invernale, mi portava alla mente spazi desolati e silenzio, le strofe erano abbastanza nervose: pensavo a una storia di risentimento.

Volevo scrivere un pezzo che ne raccontasse ed è ciò che ne é uscito fuori. Il corvo è l’emarginato che non sa integrarsi perché sgradevole e incapace di comunicare, la nebbia un nascondiglio sicuro fatto di autodifese costruite sul rancore.

Macchina del fango: si vendono ancora i dischi?

Qual è la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?

Risponde Alessandro Scerpa: Per quanto concerne la strumentazione di registrazione ed editing ci siamo avvalsi di una scheda audio della Tascam modello US-1641 a 16 ingressi simulatanei e 4 uscite, mentre come software di acquisizione, editing e di missaggio abbiamo utilizzato ProTools 10 ed, a tratti per l’implementazione midi, CUBASE 7.5. Uno strumento che ci è stato mo,to d’aiuto in quest’ambito, non avendo una stanza corretta acusticamente, è stato il Reflection Filter, che abbiamo utilizzato principalmente per la voce e la chitarra acustica.

Riguardo agli strumenti veri e propri: la batteria è una Drum Workshop ed è stata registrata presso l’EXIT MUSIC STUDIO; il basso è un Epiphone Ripper Custom Shop, modificato nell’elettronica e nei pickups ed amplificato da un Combo Ibanez Promethean P-3110-U Classe “D” 1×10 con tweeter coassiale; la chitarra elettrica è una Fender Stratocaster, leggermente modificata anch’essa, amplificata da un combo VOX AC-50 CP2 valvolare Classe “A” 2×12.

Per quanto riguarda le tastiere sono stati utilizzati vari Virtual Instruments All’interno di CUBASE, tra cui Minimoog Arturia ed Hammond. La voce e la chitarra acustica, una Martin dreadnought, sono state registrate utilizzando principalmente un microfono a condensatore AKG C-3000.

La classica domanda di chiusura: si sa che il grande successo musicale si raggiunge costruendo delle rivalità fasulle (Beatles/Stones, Blur/Oasis, Albano/Romina eccetera). Potreste scegliere uno o più rivali e criticarli, anche per finta, ma aspramente, provocando poi risposte che faranno vendere a tutti molti più dischi?

Risponde Alessandro Zappulli: Si vendono ancora i dischi? Io ho l’impressione che per far ascoltare il nostro in giro dovremo andare a distribuirlo lanciandolo nelle finestre aperte delle palazzine per la strada! Non sono sicuro di aver compreso bene la domanda, intendi dire gruppi famosi o morti di fame come noi?

Nel primo caso a me personalmente hanno sempre fatto cagare gli Iron Maiden e i Queen, cioè forse i due gruppi più popolari in assoluto qui in Italia, ragion per cui mi sono fatto sin troppe litigate, altrimenti non saprei proprio che dirti: di gruppi italiani indipendenti che fanno pena ne ho sentiti tanti negli ultimi anni, ma hanno tutti più successo di noi quindi non vorrei fare la parte di quello che rosica.

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