La Collera, band milanese figlia dell’itpop, presenta il suo primo, omonimo ep, distribuito da Alka Record Label. I membri della band sono quattro musicisti (Giovanni Linke Casalucci, Giannandrea Forestieri, Alessandro Pisu ed Enrico Buttafuoco) con gusti ed esperienze diverse, che hanno fatto della loro eterogeneità un punto di forza.

Si avverto influenze che hanno definito il loro stile, dal rock di respiro internazionale alle tendenze indipendenti della nostra penisola. La band ha saputo addomesticarle e renderle incisive affidando la produzione artistica a Michele Guberti e Manuele Fusaroli.

La Collera descrive così il suo primo lavoro: “Consapevoli che il suono può essere violento e dolce al tempo stesso. Melodico e travolgente. E può avere il profumo del whisky o delle rose, il colore del cielo o della periferia. Magari tutto nella stessa strofa. Perché quel che si definisce “indie” non è un genere musicale, ma un modo di essere. Ecco: questa è musica che scortica l’apparenza, che scava, cerca, penetra, per svelare e per arrivare, infine, a essere“.

La Collera traccia per traccia

Più passa il tempo più mi sento sbagliato / o forse ho smesso di chiedere

Certi posti sono fatti per sentirsi soli è un inno alla malinconia, quella di certe notti in cui il vuoto sembra impossibile da colmare. Una rock indie ballad con un ritmo che distrae dalla profonda angoscia raccontata nel testo.

Finché durerà la notte non conoscerai doveri

Una cosa di poco conto inizia con una scarica elettrica, prosegue tagliente e arriva all’esplosione del ritornello. Un flusso di coscienza, un dialogo aperto sulla possibilità di farsi male, sugli inganni e sulle scuse.

Sinceri non lo siamo mai, sinceri

Si prosegue con Una nuova bugia, traccia più morbida che rimanda nuovamente lontano con la mente alle sonorità del rock indipendente. Si parla di amicizie messe in dubbio, di verità scomode che si trasformano in nuove, piccole bugie per compensare mancanze e decisioni mai prese realmente.

Le cose belle devono essere divorate, prima o poi

La macchina del veleno è l’ultima traccia dell’ep. In questo brano La Collera fa muovere a tempo la testa e lascia aperte le riflessioni con un telecomando della tv in mano. Ci si chiede che odore abbia la cattiveria e perché non si riesca a renderla meno insopportabile cambiandole nome.

Breve, ma che lascia un gusto buono in bocca. L’esordio de La Collera è lastricato di buone intenzioni e di intuizioni ben sfruttate, portando una ventata di leggerezza musicale meltin pot, che appartiene a tutti e trova ricchezza nella diversità.

Genere: indie rock

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