La Nouvelle stupèfiante è il primo album de La Governante: Salvatore Micalizio(voce e synth), Sergio Longo (batteria e beat), Daniele Kiodo Ricca (chitarra e synth) e Maurizio Barabba Carrabino (basso e synth bass) pubblicano il debutto con La Fabbrica Etichetta Indipendente di Bologna

L’album è stato registrato fra Palermo e la provincia di Catania e si avvale di una prestigiosa collaborazione artistica con la pittrice canadese Alexandra Levasseur, autrice della copertina.

La Governante è un progetto che pesca dal sound internazionale, almeno da tutta quella fetta che va dall’elettropop all’indie rock, con puntate nello shoegaze, mentre l’ambito dei testi è ricco di citazioni cinematografiche e letterarie, senza per questo sembrare supponente.

La Governante traccia per traccia

I primi passi dell’album sono danzanti: Finché puoi tu balla, il primo singolo e video della storia della band, apre su sonorità di new wave approfondita, con qualche tuffo in acque più oscure, tra citazioni dei Joy Division e altre parti di buio. Si prosegue su arie un po’ più leggere con Debacle, che fa uso di qualche sample per riempire gli ambienti con colori tenui, anche se il finale irrobustisce il sound e si trasferisce su ambienti più strutturati.

C’è continuità con Cartoline (dai tuoi viaggi), sia perché dove inizia la traccia precedente inizia questa, sia perché anche qui si parte molto morbidi, ma la chitarra entra a passo marcato in un secondo tempo, cambiando l’atmosfera e inserendo elementi (familiari ai Depeche Mode più recenti) piuttosto duri e metallici in un ambito che in precedenza appariva molto più soffice. Lo sfarfallio elettrico/elettronico del finale non fa che concludere il climax.

Bianconi chansonnier forse è il pezzo più curioso del disco, in cui le citazioni si affollano a ogni livello, con un beat insistito (quando presente) e idee che planano comodamente fino all’ambient. Più rigide le strutture di Illusi per niente, che ha tratti di desolazione e di nuovo un beat importante, frammisto a sonorità elettroniche non invasive e un suono di chitarra che si fa via via più importante.

Le scimmie sulla schiena si presenta con un passo piuttosto netto e un cantato ancora gentile a dispetto di atmosfere minacciose che la circondano. Sui pavimenti apre in modo molto robusto e intenso, con un drumming molto ricco.

Dopo la tempesta, Noi surreali riporta la calma e riconduce i ritmi a idee meno bellicose. Del resto la canzone è una promenade (ho fatto anch’io francese alle medie, non dimentichiamolo) in una galleria d’arte, accompagnati però da musica di chitarre elettriche anziché dal clavicembalo o dalla viola da gamba. Il finale è sinfonico ed evocativo.

Si chiude con Di profilo, evocativa ma minacciosa come nelle migliori pagine degli Interpol. L’incipit è piuttosto minimalista e fa uso di cori che si intersecano con il synth. Il finale è di grilli, api e cicale.

Un debutto convincente, quello de La Governante, sia per il suono che risulta sempre vibrante, sia per il concetto complessivo di album e band. La personalità è robusta e interessante e anche le qualità dell’esecuzione sono notevoli, per un disco senza “buchi” qualitativi.

Se ti piace La Governante assaggia anche: “Promises”, We Are Waves

“Wavefold”, The Whip Hand

One thought on “La Governante: “La nouvelle Stupèfiante”, la recensione”
  1. Grazie di esserci…grazie per la vostra particolarità. ..per la crudita ‘….il sogno….l illusione. ..la leggerezza…grazie per questo splendido lavorooooo. .braviiiii

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