Si chiama Disordini il terzo disco di Hikobusha, band lombarda che in questo nuovo lavoroconta su diversi featuring d’eccellenza, come quello di Hugo Race, membro dei Bad Seeds di Nick Cave, e delle cantautrici Monica Postiglione e Cinzia Mai.
Obliquità comincia il discorso con il supporto del pianoforte e in un’atmosfera generale di rock ondeggiante, piuttosto composito e dagli influssi variegati.
La ferita perfetta persegue ancora una combinazione di chiariscuri, con una chitarra “santaniana” che si innesta in un corpo di sonorità versatili e mutevoli.
Si va sul recitato con Spazi vuoti, e ci si va piuttosto vicino con Magica Nera Preghiera, che dissacra il tutto con vaste citazioni dal principe De Curtis.
Rivoluzione televisione invece cita invece Gil Scott-Heron e procede a ritmi medi, mentre Carnaval alza un po’ il passo, mediando il discorso con sovrastrati elettronici.
Evoluzioni elettriche in clima di tranquillità per Il meraviglioso ragazzo invisibile, mentre Vieni mio Mostro accelera d’improvviso e si immerge in atmosfera che innesca sensazioni dance.
Diventare deserto si tuffa in giochi di swing, ironia e varia umanità. Intermezzo per lo più elettronico Disordine, che lascia spazio alla chiusura di Baby Play Dead, in cui si capisce che the King of Rock’n’Roll in realtà non è mai morto, basette e tutto.
Si può definire Disordini un disco stravagante, anche in senso etimologico, con la passione necessaria per scovare molte strade e per cercare di seguirle tutte.
La personalità alla base del disco è molto forte, a volte perfino strabordante. Ma se qui e là un po’ di misura non avrebbe guastato, di certo non si può dire che il risultato complessivo non sia notevole.