La recensione: “Io e la Tigre ep”, Io e la Tigre #TraKs

IO e la TIGRE ep è la storia di un ricongiungimento: Aurora Ricci e Barbara Suzzi si erano incontrate anni fa ne Lemeleagre, ma la combinazione all’interno della band non aveva funzionato.

Ma quando, per il tramite di Andrea Cola, si sono incontrate di nuovo a molti anni di distanza, hanno deciso di riprendere il rapporto e di mettere in piedi IO e la TIGRE, un duo tutto femminile, anche nei contenuti.

Da qui nasce l’ep d’esordio, carico di sentimento, di rabbia, di suoni vicini al punk, di chitarra e di batteria. Il disco è stato anticipato dal video de Il lago dei ciliegi, molto visualizzato su YouTube e che riportiamo a fine articolo.

Si parte da Sottovuoto, rock medio con alternanze di pieno e di vuoto, con la voce di “IO” (Aurora Ricci) che passa dalla gentilezza all’aggressività senza sforzo apparente.

La mia collezione impossibile è forse il pezzo più curioso e aggressivo dell’ep: si parla di relazioni interpersonali un tantino pericolose, tra ritmi marcati e chitarre rumorose.

Suoni morbidi invece nell’introduzione della già citata Il lago dei ciliegi, che poi si adagia su atmosfere molto più tranquille rispetto ai due brani che la precedono: il rock’n’roll quasi anni Cinquanta del pezzo fa emergere l’efficacia del duo anche quando non alza troppo il volume.

A proposito di registri diversi: arriva poi la cover di Cuore, pezzo bandiera di Rita Pavone, qui resa con rispetto ma anche con intensità capace di sottolineare le virtù e, come si dice in questi casi, “la modernità del brano”.

Si torna a toni molto tranquilli con Daddy song, con cori a colorare un sottofondo piuttosto minimalista. Si chiude su Producers, invettiva incendiaria (ma con testo limitato alla parola “producers”), che assomiglia a una liberazione.

Per estetica possono ricordare gli White Stripes, per suoni si viaggia più vicini ai Sonic Youth, almeno in qualche caso, comunque indubbiamente c’è qualità in quello che IO e la TIGRE propongono.

L’ep è un indizio di freschezza e di potenza che non si può sottovalutare: il tempo dirà se le indicazioni ottime che emergono da queste sei tracce avranno un seguito all’altezza.