L’intervista: March Division, mettendo al centro il groove #TraKs

Avevamo già avuto modo, qualche mese fa, di accendere la luce sui March Division, iperproduttiva band capace di firmare in pochissimo tempo due ep e un lp, Post Meridian Soul, che rappresenta in qualche modo il compendio di questo periodo di lavoro.

Il disco contiene sia singoli dal sapore dance pur all’interno di una guaina new wave (come Friday Will Come), scintillanti brani pop, ma con groove (Dig it), ma anche pezzi tirati, seppure con un retrogusto di dancefloor, per esempio Rust’n’Dust.

Quattordici tracce che presentano un sound piuttosto compatto ma anche sfaccettature differenti, quando per esempio alla velocità si sostituisce una calma vagamente riflessiva, come in Old Man Knocking.

Un lavoro che sa anche sorprendere (per esempio quando instilla qualche sapore orientale in Sell by-date) e che la band ci spiega meglio in questa intervista.

In un’intervista che vi avevo fatto quasi un anno fa dicevate che avevate fatto uscire un ep prima dell’lp perché volevate tastare un po’ il terreno. Ora che avete “tastato” per bene, quali reazioni avete avuto al disco? Avete capito qual è il vostro pubblico di riferimento?

Sì abbiamo tastato il terreno ma è proprio ora che l’album è fuori che cominciamo a raccogliere i frutti e dobbiamo dire che la risposta che abbiamo portando in tour questo disco è molto buona, la gente che ci vede per la prima volta live rimane incuriosita dalla proposta e siamo contenti perchè ci stiamo creando una buona rispettabilità come live band.

Mi sembra che il disco provi a mostrare tutte le facce della band, sia quella dancefloor sia quella più rock. Quanto c’è di spontaneo e quanto di progettato nel disco?

Il disco credo sia nato in maniera davvero spontanea perchè è nato nel corso di 3 anni circa mentre noi stavamo: fondando la band, pubblicando il primo disco, suonando live il primo disco.

Io a casa in quei 3 anni ho cominciato a giocare con l’elettronica e dato che mi imbattevo in nuovi suoni e non era la solita vecchia chitarra acustica a dovermi ispirare una nuova canzone ogni suono che provavo era come “WOW che figata!” e automaticamente ci canticchiavo qualcosa sopra e nasceva una nuova canzone in maniera del tutto diversa da come ero solito fare sino ad allora.

Credo che questo approccio abbia influito sul mettere al centro il groove. Dopodiché registrare il disco è stato divertente perché con l’elettronica è come costruire una casa dalle fondamenta… giochi con le strutture e i mattoncini e con librerie di suoni e aggiungi le cose sperimentando e se non va bene torni un passo indietro e trovi un suono più adatto.

Non mi sono seduto a pianificare “Hey adesso facciamo un disco elettronico” è capitato e quando sono arrivato ad averne 5 o 6 allora li si che ho pensato “Hey mi sa che il prossimo disco lo facciamo così” ma questo non ha influito sulla composizione delle altra canzoni.

Il problema sarà ora che se capiamo che questa è la nostra strada dovrò scrivere in questo modo sapendo di doverlo fare. Quindi anche per il prossimo disco dovrò cambiare approccio.

Avete avuto la possibilità di condividere il palco con gente come Nutini e (soprattutto) Neil Young: qualche aneddoto in merito?

Le due esperienze al Rock in Roma sono state molto belle, Neil Young ci ha cacciato dal suo soundcheck in cui provavano lo stesso accordo da 20 minuti e sembrava di essere in un ospizio (IO ADORO NEIL che sia chiaro) mentre durante la serata di Nutini abbiamo ritrovato una band di Manchester con cui avevamo suonato qualche mese prima a Milano, i The Rainband.

Considerato che il ritmo che tenete è molto alto e che il disco è uscito a ottobre, avete già del nuovo materiale pronto o vi state concentrando sul tour al momento?

Attualmente siamo impegnati con il tour che ci dovrebbe tenere occupati fino a dopo l’estate. Però non siamo mai fermi; nel 2014 abbiamo fatto uscire 4 singoli 2 EP e 1 album. A breve faremo uscire una nostra canzone remixata da Luca Urbani e un nuovo video più in là.

In primavera speriamo di riuscire a far andare in porto il nostro primo tour europeo. Quanto a nuovi album è presto anche perchè io negli archivi ho circa 6 album pronti ma in un genere che noi non facciamo più quindi il nuovo disco lo dovrò scrivere da zero.

Anche se queste cose sono imprevedibili, sai, ti alzi un giorno e scrivi 2 o 3 prezzi e magari in una settimana ti ritrovi con mezzo disco di demo pronte anche se erano mesi che non facevi nulla.

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