Dove sei pt. 2 è il nuovo disco di inediti di Lucio Leoni. Parte conclusiva del doppio album, inaugurato lo scorso 8 maggio con la pubblicazione del primo capitolo, completa un percorso che lo ha visto concepire un universo musicale estremamente variegato e un approccio sonoro frutto di molteplici ispirazioni.
Lì dove la prima parte di Dove sei vantava i featuring con Francesco Di Bella, C.U.B.A Cabbal e Andrea Cosentino, in questa seconda l’artista si avvale della preziosa collaborazione dei Mokadelic, che in Nastro Magnetico,videoclip che ha anticipato l’album, affrontano la sonorizzazione di una sceneggiatura detta, non ripresa da una telecamera.
Lucio Leoni traccia per traccia
Lucio mangia i pensieri e confonde le idee della storia e dell’arte ne L’archivio segreto di Galileo, in un brano che parte da battiti singoli e finisce per trasformarsi in una danza quasi selvaggia.
Caratteristiche molto più tranquille quelle che si disegnano all’interno degli arabeschi di Casa, che parte dai bombardamenti e finisce in festa, tra ritmi irregolari e qualche disegno sonoro che fa pensare a Battisti, ma anche a molto altro.
Ritratto con acustica, ecco poi Francesca, che apre le braccia a sonorità che diventano elettriche ma con dolcezza, in un brano che procede a ondate emotive successive. E’ soprattutto nel finale che si intuisce come la Francesca del titolo sia la moglie di Giovanni Falcone, e questa sia una lettera mai spedita.
Nonostante i suoni siano soprattutto sintetici, risulta molto muscolare la seguente Autodifesa, che per scelte sonore sembra vicina a un Niccolò Fabi, ma con i nervi più scoperti.
Quasi mi spaventa parte con idee vintage e quasi psichedeliche, per raccontare un ballo-non ballo, che si trasforma in un dialogo e in una notte sporca, tra diversivi e cieli che si aprono.
Si procede lentamente ma con un po’ di inquietudine in Per Sempre, che affronta tematiche legate al tempo, alla mancanza, alle cose che non si ripetono abbastanza spesso. Il finale è dedicato a una promessa di protezione e all’intervento dei fiati.
Una descrizione “visiva” e torinese, attorniata da dettagli cinematografici, prende possesso di tutto l’orizzonte della fittissima e già citata Nastro magnetico, che ha il featuring dei Mokadelic. Pezzo quasi schizofrenico con momenti particolarmente soffici e lirici.
La copertina è fin troppo minimale, ma dentro la seconda parte del disco di Lucio Leoni le idee sovrabbondano, le sensazioni si fanno stratificate senza perdere in semplicità, la qualità è davvero consistente. Si ha l’impressione di essere davvero di fronte a un disco importante, studiato nei dettagli, intelligente e originale, e a una voce che ha tantissimo da raccontare e sa come farlo.
Genere: cantautore
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