Aperitivo con l'epI Malkovic pubblicano Buena Sosta, ep da cinque canzoni con varie parentele in campo rock e post rock ma con una determinazione e una cura dei testi peculiare.

“Ogni volta che siamo andati a fare le prove nel parcheggio in cui suonavamo al piano -5, all’entrata compariva la scritta BUONA SOSTA con uno stupendo smile che ci faceva l’occhiolino. A forza di vederlo mi sono convinto che forse quello stupido messaggio di benvenuto cercava di dirmi qualcosa, che per un anno e mezzo mi sono chiesto che cosa resta di quello che viviamo. Non che non me lo sia mai chiesto, è una domanda che accompagna ogni cosa che faccio, sta alla base di tutto, perché purtroppo non riesco a vivere a caso, a fare le cose senza che ci sia un senso per me, un qualcosa che me lo faccia fare e che non sia guidato solo dal caso. È stato un anno e mezzo di morti fisiche e metaforiche, ritorni e partenze continue, colpi da subire e abbracci da dare o non dare mai più, chissà per quanto tempo. Perché le cose cambiano e continueranno a cambiare, ma c’è di fondo qualcosa che posso fermare? Non ho fatto la pace con qualcosa, sono sempre in guerra con me stesso, questa cosa è inaccettabile e niente andrà mai secondo le tue aspettative”.

Malkovic traccia per traccia

Il lavoro dei Malkovic si apre con Colossus che ha, in modo appropriato, un ingresso trionfale e molto rumoroso. Le atmosfere tra post rock e noise si placano un po’ quando entra il cantato, anche se la band gioca un po’ con la manopola del volume nel corso del brano.

Battiti simili quelli di Gnavi, che però presto rivela un volto molto più ondeggiante e meno granitico. “Non è detto che ciò che cerco/è quello di cui ho vero bisogno” è il verso sul quale gira il brano.

Si prosegue con Russi, partenza controllata e aumento graduale di flusso elettrico; la band in questo caso si diverte un po’ con qualche “poppoppo”, e con alcune speranze di ritorno che non sembrano fondatissime. La rabbia si manifesta sempre più bruciante verso la fine del brano.

Ecco poi la title track, Buena sosta, una “sosta tra binari inarrivabili” fra suoni a più colori. Anche qui c’è uno scarto a metà canzone, come se fosse obbligatorio da un certo punto in avanti lasciarsi andare e suonare forte.

Si chiude con una più timida Chitarrina. Timida sulle prime, ma anche in questo strumentale la dinamica prevede esiti tutt’altro che tranquilli.

Davvero una prova maiuscola per i Malkovic, che forniscono senso e concetti a testi ben scritti senza mai abbassare di un capello il livello del muro del suono.

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