Rotazione rivoluzione è il secondo disco dei Malmö. Dopo Manifesto della chimica romantica, che aveva scelto come formula quella del concept-album per meglio definire l’affermazione di una visione sonora e di intenti, in questa seconda puntata della storia della band le sonorità post-rock vengono messe al servizio della voce e del testo, per rafforzare ancora di più la forma canzone, sviscerata in momenti che si differenziano tra di loro.

Il concetto del viaggio verso una meta idealizzata del primo disco, si evolve in una constatazione del percorso intrapreso. Rotazione rivoluzione racconta il movimento e il cambiamento, come eventi che presuppongono la consapevolezza.

Malmö traccia per traccia

Piuttosto esplosiva e molto rock la traccia di partenza Buchi neri, cantata però con un certo spleen filosofico.

Crateri mostra le stesse alternanze di vuoto e pieno, con un atteggiamento di fondo sempre piuttosto battagliero.

Ci si aspetterebbe qualcosa di più sonnolento con Letargo, che si calma un po’ ma senza rinunciare a battiti forti.

Si decolla verso spazi eterei con Dai diari del giovane Jurij, astronomica quant’altre mai e con sonorità che si alzano piano piano verso cieli lontani.

Variazione robusta di clima con Cerchi concentrici, che è di gran lunga il pezzo più muscolare del disco fin qui, a dispetto di qualche oasi di tranquillità.

Ancora battaglia all’interno di Dei fiori, degli odori e di tutte le stelle, che parla di mondi che crollano con i suoni che cercano di rendere la medesima idea.

Molto più tranquilla e dolce Wabi sabi, con la voce che si eleva su contesti ambient, prima dell’arrivo del pianoforte.

Ecco poi la title track, Rotazione rivoluzione, uno strumentale che lascia andare tutta la potenza della band, in un crescendo armonico e ben strutturato.

La chiusura dell’album cresce sulle Sequoie. Un brano che parte piano e poi si fa più denso e rumoroso.

Le voglie di post rock rimangono molto forti nei Malmö, che riescono però ad aprire le finestre a contenuti autorali senza mai snaturare il proprio percorso. Un disco ricco di interesse e d’impatto.

Genere: rock alternative, post rock

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