Bello bello è l’ep d’esordio di Martelli, prodotto da Dario Moroldo degli Amari. A dieci mesi di distanza dall’esordio con il singolo Duello – capace di superare in poche settimane i 100mila ascolti su Spotify – l’artista novarese di base a Milano pubblica il suo primo ep che raccoglie tutti i singoli pubblicati sinora e due nuove tracce: la title-track e Comodi comodi. Sei brani accomunati da un tema coerente: tutti i testi contengono la parola “bello”, “bello bello”, “bello bello bello” o “bello bello bello bello”.
Martelli traccia per traccia
Con molti synth e qualche sogno, Mio figlio prefigura realtà future e possibili, anche se un po’ nebulose a quanto pare, aprendo l’ep. Un filo ripetitivo il concetto della bellezza del figlio, va detto.
Ma siccome il concetto va ribadito, ecco Bello bello, che si muove su un beat profondo, con qualche spruzzata tropicale, un uso disinvolto dei cori e un po’ di ancheggiamenti sonori.
“Forse non lo sai/che le persone intelligenti/sono tutte un po’ pesanti”: un filo di pregiudizio in una frase di Qualcosa come ti amo, primo pezzo malinconico dell’ep.
La malinconia peraltro si riverbera anche su Comodi comodi, sguardo con un po’ d’alcova dentro, giocando però più sul piano del desiderio che della realtà.
Fidati che è bello ribatte sull’aggettivo/leitmotiv, basandosi su percussioni elettroniche a rimbalzo, su un’aria morbida e moderata.
Tra jazz, fiati e tropicalità varie, ecco Duello, che chiude l’ep riprendendo spinta e scacciando l’aria triste. Questioni di lunghezza e di bellezza (ovviamente) si consumano agilità tra i coretti.
C’è molta leggerezza nell’ep di Martelli, completamente avvolto di pop e della propria “bellezza”. Molta giocosità nei testi e negli atteggiamenti, per sei canzoni che scorrono in fretta.
Genere musicale: indie pop
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