E’ uscito venerdì 6 ottobre 2023 su tutte le piattaforme digitali il disco di debutto di Martina Di Roma dal titolo Invisible Pathways. Un nuovo capitolo per la cantautrice del Milanese, classe 1997, che qui mischia influenze jazz e un pop sofisticato e di respiro internazionale, un pianoforte complice e magnetico, e gli ultimi quattro anni della sua vita. Un disco intenso e personale, che diventa un’autobiografia musicale. Noi abbiamo avuto il piacere di incontrarla e di parlare della scena jazz, e di come viene percepita dalle nuove generazioni, Milano e i luoghi solitari e questo debutto. 

Esiste una scena jazz indirizzata ai giovani? E perché credi che il jazz sia considerato un genere “da vecchi”? 

Esiste eccome, negli ultimi anni stanno emergendo tanti nuovi giovani artisti e ognuno ha una propria identità. Purtroppo jazz e vecchio sembrano sinonimi se si parla con persone che non hanno mai approfondito il discorso, e io dico che non è assolutamente vero. Il jazz esiste da un secolo ormai e ha continuato a evolversi e mischiarsi con i vari generi musicali nei vari decenni di storia.

Oggi lo spettro comprende così tante “varietà” di jazz. Io stessa non so mai se definire il mio disco effettivamente jazz, ci sono così tante influenze dentro. Basta essere curiosi per capire che il jazz non è una cosa antica, magari ascoltando qualcosa al di fuori della propria comfort zone si possono scoprire nuovi amori.

Quali sono i luoghi che hanno ispirato questo disco? Quelli che definisci “luoghi solitari”? Hai voglia di parlarcene? 

Semplicemente i luoghi in cui mi trovavo da sola, sia fisicamente che non. La mente può diventare un luogo solitario, senza doversi spostare fisicamente. 

Perché il disco si intitola Invisible Pathways

Sentieri invisibili, quindi Invisible Pathways, doveva essere il titolo di The Acrobat, terza traccia del disco, ed era un pezzo in italiano. The Acrobat infatti è quello che racconta meglio quello che intendo: cammino da sola, nel buio, mi perdo su sentieri invisibili. Per sentieri invisibili intendo tutti quei percorsi immaginari che creiamo nella mente e che spesso, come nel mio caso, ci portano in posti oscuri e solitari, carichi di ansie e paure. Questo è il significato del titolo che racchiude anche tutto il percorso affrontato nel disco. 

Pensi che l’uso dell’inglese possa essere una sorta di filtro per te? Ci sarà mai possibilità di sentirti anche in italiano?

Credo proprio di sì in questo caso. Ho parlato di argomenti strettamente personali e in inglese sento di poterli cantare senza dover guardare in faccia chi mi ascolta e sentire lo sguardo di chi comprende. Ma è anche una questione di abitudine, cosa ho ascoltato crescendo, per il 90% in inglese. Ma non escludo la possibilità di scrivere in italiano in futuro. Vedremo.

E dal vivo?

Ottobre è stato un mese intenso, ho portato il disco live a Milano ed è stato veramente una bomba e sono carica di emozioni. Spero di continuare, per ora c’è una data a novembre a Siena, ma vorrei tanto poter portare il disco in giro per l’Italia e se posso sognare in grande, prima o poi anche in Europa. Seguirmi sui social è sempre un’idea meravigliosa per rimanere aggiornati sui miei spostamenti e news!

Pagina Instagram Martina di Roma

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