Material Fields pubblica il suo primo omonimo album: si tratta del progetto solista di Lorenzo Pasini, familiare ai più come chitarrista dei Pinguini Tattici Nucleari. L’album unisce il prog rock moderno di Steven Wilson e Porcupine Tree ai Nine Inch Nails, contamina Jeff Buckley con le atmosfere scure di James Blake, prende le esperienze rock e grunge degli anni ’90 e le mescola al pop contemporaneo e ai paesaggi sonori degli ultimi lavori dei Leprous.
Ogni parte dell’album è legata alle altre da una sensibilità condivisa e dal velo di malinconia che colora, in diversi modi e misure, le canzoni del mio disco.
Material Fields traccia per traccia
Partenza energica ma anche abbastanza ragionata per il disco: Low Lights è un rock a medio tempo, con elettricità diffusa e qualche picco di intensità.
Abbassa i toni una piuttosto oscura Empty Spaces, che porta con sé indizi di Blur e Muse. Il brano si allunga su una coda che sa di progressive e che sfarfalla di suoni.
Someone to Blame suona un po’ ovattata, fiorisce di qualche sorpresa sonora e di qualche contrasto. Suona quasi (power) pop Look with you, che ha anche qualche reminiscenza sonora 80s.
Giusto a metà disco, ecco anche una ballatona, con i cori e un’atmosfera suggestiva e struggente. Si riacquista ritmo con Sink My Teeth, che riprende il filo elettrico dove si era interrotto, aggiungendo un pizzico di feeling quasi dance/crossover.
Molto “fiorito” e versatile il sound schierato in campo anche da Dear Walls, che oltre a mettere in evidenza l’abilità chitarristica, compie qualche salto ulteriore tra generi, assestandosi su un rock-pop di massima ancora piuttosto vintage.
Ci sono cori e percussioni elettroniche pesanti nell’apertura di Sane, uno dei pezzi più aggressivi e anche sfacciati del disco. Under Crystal Domes si abbandona a evoluzioni molto più apertamente progressive di quanto fatto fin qui, con una potente e ricca cavalcata strumentale. Il disco si chiude con la dolcezza di Sew, ultima ballata solo per voce e chitarra che si espande in modo molto soft.
Il problema dei side project è quello che vuoi farci veramente: ce ne sono di “scarico”, poco più che hobby, e ce ne sono che indicano possibili direzioni future. E’ difficile vedere il futuro di Pasini/Material Fields esclusivamente legato a questo genere e a questa direzione. Però è indubbio che il chitarrista dei PTN (che rimane comunque e soprattutto il chitarrista dei PTN) abbia messo qualità in questo progetto, che è decisamente più che un semplice divertissement e una distrazione dal Sashimi, da Irene e dal Tetris.