A due anni dalla pubblicazione di Delirio Experience, i Meganoidi tornano con Mescla. Concepito e scritto tra la primavera e l’estate del 2019 da Luca Guercio assieme a Davide di Muzio, Mescla è stato registrato, mixato e masterizzato con Nicola Sannino, prezioso collaboratore ormai parte integrante della squadra.
Il disco è incentrato sulla necessità di tenere sempre viva la voglia di ricerca interiore: un invito a riflettere su se stessi, migliorarsi e conoscersi e, allo stesso tempo, in un periodo storico in cui l’intolleranza è spesso protagonista, un invito a conoscere l’altro, tenendo sempre acceso il desiderio di contaminazione e condivisione culturale. In Mescla, infine, si riflette su quanto siano importanti, soprattutto nella società contemporanea, la lucidità, la capacità di convivere con i propri successi e insuccessi, la consapevolezza di sé.
Meganoidi traccia per traccia
Si parte belli carichi: Ora è calmo il mare è una scarica di andrenalina e di ritmo che apre il disco con alcuni ringraziamenti alla follia.
Aperture elettriche per Condizione, che in realtà ha riverberi elettronici e fa pensare a qualche pezzo dei Subsonica. Il pezzo si rivela molto vivo e quasi festoso.
Considerazioni di carattere climatico quelle che aprono Mescla, title track dalle sonorità piuttosto potenti e abbastanza rock, seppur non troppo cupo.
Persone nuove viaggia a ritmi più tranquilli e anche con toni leggermente più malinconici.
Si torna presto a idee più robuste, però: Toast e Champagne rivela il lato più muscolare della band. Inevitabilmente nostalgici i pensieri di 1982, con i fiati a sostenere tanti ricordi che arrivano a ondate.
Il basso gioca un ruolo importante in Non indugio, brano power pop con giochi di parole nel testo. Si prosegue con qualche acidità contenuta nei suoni di Stella cadente.
Il mio nome parla di diramazioni del pensiero e accetta alcune sfide del funk. Si chiude con una sorta di ballad elettrica, Esercito in Tv, che ha un battito pesante ma anche modi abbastanza gentili.
Veterani della scena, i Meganoidi si possono permettere un disco con molte libertà, che offre una prospettiva su quello che la band è capace di fare oggi. Ne risulta un album ricco e robusto, con una buona collocazione nell’alveo del rock del 2020.