Nadiè, “Acqua alta a Venezia”: la recensione

Acqua alta a Venezia è il secondo disco dei Nadiè in uscita il 17 febbraio 2017 per Terre Sommerse / La Chimera Dischi. Il nuovo lavoro della band siciliana è un disco rock sulla rabbia. Dieci istantanee collettive e individuali di un Paese invaso da una marea di amoralità e degenerazione etica che ha superato ogni limite aggredendo anche la cultura e la bellezza.
Nadiè traccia per traccia
La rabbia che il disco scaricherà nel corso delle dieci tracce è già tutta presente in Conigli, brano di apertura che, tra sonorità indie e ritmi di medio rock, si chiude fra urla incontrollate. Sussurri e drumming nell’apertura di In Discoteca, brano che dimostra un rispetto relativo per la “club culture”, ma molto rispetto per l’uso martellante che si può fare del sound rock.
La già pubblicata Solo in Italia si appalude ai funerali punta il dito su alcuni malcostumi nostrani, con un mood ruvido e ricco di riverberi. Altro pezzo utilizzato come singolo è La Bionda degli Abba, più nostalgica e meno arrabbiata, perfino un po’ pop.
Breve esistenza di un metallaro è, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare dal titolo, è un pezzo molto melodico, che si concede soltanto un assolo dolce e psichedelico di chitarra nel finale e qualche stilla di ironia qui e là. Dio è chitarrista cita Battiato e i Nirvana e si lascia andare sia sul piano del testo sia sulle sei corde.
La title track Acqua alta a Venezia prosegue il discorso, guidata da una buona linea di basso. Gli Sposi narra di un matrimonio sostanzialmente in stile western, con un tasso di dramma piuttosto alto. Fuochi conserva la forza dell’impatto ma allarga le sonorità e rallenta i ritmi. La canzone si allunga fino a diventare quasi una suite rock, con echi di Afterhours qui e là e un crescente senso di inquietudine. Sonorità pacificate (ma testi mica tanto) per la chiusura, affidata a Bandiere a mezz’asta.
Album di spessore sui due versanti del testo e delle sonorità per i Nadiè, che costruiscono un disco organico e aggressivo, ma capace di mediare all’occorrenza. La parte migliore del rock italiano anni ’90 sembra cospirare insieme alla band italiana per produrre un disco significativo e intelligente.