Ottavio Zani, “Con il mare dentro”: la recensione

Con il mare di dentro è il disco d’esordio di Ottavio Zani, cantautore laureato in lettere e filosofia, viaggiatore e scrittore (in arrivo un libro che racconta il Vietnam).

Del suo album dice che: “Sa di asfalto e di sabbia, di mare e di pianura. Le canzoni in fondo sono un viaggio da compiere restando seduti immaginandosi un posto in cui sorridere perché è il sorriso che ci rende migliori e lo fa perché, ogni volta che siamo in pace ci godiamo appieno l’armonia del mondo”.

Ottavio Zani traccia per traccia

Un’altra inutile emozione apre le danze con baldanza e movimento, quasi latin per certi versi, sicuramente orientata soprattutto dalla chitarra classica.

Molto più placata Il tempo, che peraltro dopo l’introduzione calma si anima e si fa più corale.

Gioia apre con sensazioni di chitarra elettrica, anche se poi è il basso a fornire le linee a una canzone che sa di rock lento.

La title track Con il mare dentro è invece contrassegnata dal pianoforte (e da marcati accenti alla De Gregori), con la voce dedita ad altezze diverse.

Moltissima malinconia svolge le proprie ali in Autunno a casa, aiutata dalle chitarre. Si lavora di fino con Origami, costruita su un lavoro ritmico molto continuo.

Il sognatore è una ballad dalle caratteristiche folk, con battimani e attenzione alla ritmiche, e degli aspetti onirici tutto sommato piuttosto terreni (“io che passo il tempo a pensare/ai posti nel mondo/in cui fare l’amore”)

L’album si chiude con L’amore quando arriva sa la strada, pezzo tranquillo in cui tornano le note del pianoforte, oltre che un cantato raccolto e composto.

C’è molta personalità nelle otto canzoni di Ottavio Zani, capace di adottare maschere sonore differenti in un disco poliedrico ma sempre forte nei propri contenuti.

Genere: cantautore

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