(dis)amore, è il nuovo lavoro dei Perturbazione, l’ottavo disco di studio, un disco doppio, un concept album di ventitré canzoni per Ala Bianca Records, sulle piattaforme digitali, in cd e vinile. 

Scritto, arrangiato e suonato dai Perturbazione, (dis)amore  è un album che parte, si sviluppa e si conclude attraverso il racconto di una storia. Una storia d’amore. E di disamore. Due persone, di cui non sappiamo nulla. Possono avere qualunque età, possono vivere e muoversi ovunque.

Due persone che si conoscono, diventano intime, s’innamorano e che stabiliscono una relazione affettiva fortissima. La scoperta, l’innamoramento, la pienezza della condivisione, il consolidamento, i primi dubbi, le crepe, le bugie, i silenzi, i muri, la distanza, il dolore, le assenze. 

Perturbazione traccia per traccia

La facilità di incontrarsi sta al centro de Le spalle nell’abbraccio, apertura dell’album, su sonorità semplici, con la voce che sta al centro e si fa progressivamente avvolgere dagli strumenti.

Si sale di colpi con la ritmica de Le regole dell’attrazione, che intesse un discorso diretto con linguaggi molto pop, sia nei suoni sia nel testo.

I primi dolori si mostrano in Ti stavo lontano, accompagnata dagli archi ma anche narrativa della vicinanza e dell’unione perfetta dei due amanti.

Molto descrittiva, attraverso gli occhi dell’amore, la seguente Mostrami una donna, che aggiunge i fiati a una vitalità molto pop.

Colori più scuri quelli de La nuda proprietà, che inizia a raccontare la routine, quella sulla quale si può costruire ma anche distruggere.

Allegra, un po’ beatlesiana e molto mangereccia Regime alimentare, che viaggia sul filo della fame, della dieta e della chitarra acustica.

Le sigarette dopo il sesso va verso osservazioni da alcova, con un passo lento ma non necessariamente rilassato.

Si procede con Il ragù, racconto di pianerottolo, intermezzo un po’ stornellante benché l’argomento non sia proprio dei più allegri.

Chi conosci davvero parla di segreti, ma si sviluppa con una certa serenità. Più determinati invece modi e suoni de Il paradiso degli amanti, che sembra nutrire qualche sospetto.

La tensione inizia a salire davvero con Non farlo, che è il primo pezzo rock dell’album, portatore anche di qualche mania di controllo.

Silenzio abbassa le luci e parla di distanza: “Mi manchi pure se ci sei/lontano eppure qui con lei”. Si recupera spirito e movimento con Taxi Taxi, che sa di anni Ottanta e anche di sfogo.

Il racconto prosegue verso le svolte negative con L’inesorabile, che racconta di “male fatto” e di aver sciupato tutto.

Lasciarsi a metà ha un andamento rapido e quasi sereno, ma con gli archi che trasmettono sensazioni malinconiche.

C’è un discorso di fiducia che si sviluppa piano all’interno di Conta su di me. Le nostre canzoni passa da citare Dalla agli Smiths, su una melodia sottile e con una certa tristezza.

Chitarra acustica e sentimenti lenti prendono possesso di Come i ladri. Si torna a cantare in modo quasi yé-yé all’interno de La sindrome del criceto, che in realtà parla di due che si prendono e si mollano, anche all’Autogrill.

Si medita con calma su Temporaneamente, che integra elettronica e acustica per negare la mancanza.

Dieci fazzolettini parla di lacrime ma lo fa con un certo groove, portando a termine un conteggio molto ritmato ma anche doloroso.

Con un organo che fa pensare a The Whiter Shade of Pale (ma solo un po’) ecco poi Io mi domando se eravamo noi, uno dei singoli, sicuramente il più pensoso.

Si parte dai porno con Le assenze, ballad nostalgica che chiude il lavoro con molti ripensamenti.

Semplice nei modi ma complessa nella struttura, l’opera dei Perturbazione trova forza una canzone alla volta. Un doppio concept in teoria è roba da anni Settanta, ma qui non ci sono muri da abbattere o agnelli su Broadway: il contesto è un pop d’autore, e la materia vitale del pop è l’amore, nove volte su dieci.

E i Perturbazione hanno la pazienza di raccontare, un episodio alla volta, tutta l’evoluzione dell’amore, che come molte altre cose della vita ha un inizio, uno svolgimento e una fine.

Genere: itpop

Se ti piacciono i Perturbazione assaggia anche: Calabi

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