La storia dei GueRRRa è difficile: dopo il primo disco il vecchio batterista abbandona; poco prima del secondo ad abbandonare è il bassista. Ma il gruppo non si perde d’animo e – fermandosi sulla formula duo (Marco alla chitarra e Giulio alla batteria) riarrangia interamente il disco e lo fa nascere così: chitarra e batteria.

Ne nasce Soprusi: nove brani strumentali improntati a idee jazzcore e intitolati ad altrettante vittime della storia, accomunate da anticonformismo e libertà di pensiero.

GueRRRa traccia per traccia

Si parte con le note di Ipazia d’Alessandria (sotto il video): il pezzo è dedicato alla libera pensatrice del mondo ellenistico, uccisa e fatta a pezzi dai sempre caritatevoli cristiani in tumulto, nel 415 d.C. Il pezzo ha un inizio tranquillo, ma si adira ben presto, acquistando un ritmo piuttosto picchiato e robusto. Segue Filoteo Alberini, il vero inventore del cinema, che però fu privato del brevetto per un intoppo burocratico. Il pezzo è intriso di math rock e segue trame piuttosto articolate.

Non c’è bisogno (si spera) di spiegare chi sia stato Giordano Bruno, dedicatario del terzo pezzo: in uno dei brani a più forte carica drammatica ma anche dinamica, si parte da labirinti sonori iniziali per arrivare a una composizione sempre più consistente e voluminosa, con drumming e chitarra portate all’esasperazione.

Rumori di antiche tastiere di computer contrassegnano Alan Turing, padre dell’informatica e decrittatore dei codici nazisti, morto suicida a 41 perché le autorità britanniche lo perseguitavano a causa dell’omosessualità. Il pezzo emerge dalle nebbie elettriche della prima parte per mettere in evidenza soprattutto le qualità del drumming.

Arriva poi Nikola Tesla, riferita al geniale inventore di origine serba, autore di grandi scoperte fondamentali per la tecnologia che utilizziamo tuttora, ma che fu ostracizzato per il suo comportamento non ortodosso. Il pezzo acquisisce fin da subito un’impronta jazzcore con forti sospetti d’improvvisazione.

Molto ritmato e molto discorsivo il tratto che disegna La scimmia, tra i pezzi più “math” del disco, senza però rinunciare a quel tanto di energia che contrassegna tutto il disco. Tocca quindi a Pippa Bacca, con riferimento all’artista violentata e uccisa nel 2008 durante un viaggio/performance artistica, in cui il battito è rancoroso e l’elettricità prende corpo.

Max Stirner è dedicata al filosofo e anarchico tedesco, che ebbe svariate disgrazie in vita (tra cui un paio di arresti per debiti): il movimento elettrico del pezzo si riversa in quello più lirico dell’ultimo brano del disco, dedicato a Maria Soledad Rosas, altra anarchica ma contemporanea, ingiustamente accusata di attentati in Val di Susa e morta suicida in carcere.

Al di là del valore di testimonianza e di ispirazione dei singoli brani del disco, va sottolineata la compattezza del suono di tutto il disco, ancor più fuori dall’ordinario se si contestualizza il discorso di abbandoni e cambi di formazione. Un flusso sempre vivo di sensazioni, per lo più non troppo positive, che fanno dei GueRRRa una realtà magmatica in continuo movimento.

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