Su Facebook la loro biografia suona più o meno così: “I moop nascono…..i moop si formano nell’estate…..l’idea di formare i moop….fanculo le biografie!!!!!!!!!!!!!!”. Del resto anche la linea musicale dei Moop sembra piuttosto semplice: pesanti dosi di punk rock, testi che si calano nell’attualità. Per il resto, suonare molto forte e vedere come va.
Il loro disco si chiama Squallido, e la parola “squallido” funge un po’ da fil rouge nei testi di alcune canzoni. Le canzoni sono nove, ma come da buona tradizione punk brevissime, per un totale di poco più di venti minuti.
Moop traccia per traccia
Si parte da La fine, e si parte subito di corsa, con gli strumenti che collaborano a una partenza a scatto molto martellante. I parametri del disco sono già tutti in esposizione: un punk rock molto consistente, con un occhio alla realtà e le dita impegnate sulla chitarra.
La title track Squallido conferma le impressioni precedenti e le condisce con qualche colpo di grancassa. Fegato (nessuna citazione vascorossiana in arrivo) si nutre più o meno delle stesse sensazioni e delle stesse sonorità, come se costituisse una continuazione del pezzo precedente.
La tua vita sociale parla in sostanza di una vita “social”, e come ci si può attendere non ne parla in termini particolarmente positivi. E se Fegato non cita Vasco Rossi, La noia in una stanza si riferisce soltanto marginalmente a Gino Paoli, ma piuttosto può riportare alla mente i gruppi del periodo d’oro del punk classico. Pane raffermo è un brano molto veloce e ricco di energia, con molti cori e molti giudizi non proprio teneri per le classi dominanti del paese.
Mondo di plastica attraversa fasi diverse, con il drumming in una certa evidenza; si conferma la propensione ai cori e alle schitarrate, in ogni caso, con finale molto tambureggiante. Come successo con l’accoppiata Squallido/Fegato, La ballata dei Moop costituisce una sorta di lato B della canzone precedente, o la continuazione logica, con qualche rallentamento che fa pensare al celtic folk di stampo Pogues.
Il finale è affidato ad Al di là di te, la canzone più lunga del disco (cioè appena oltre i tre minuti), nonché una sorprendente ballata acustica, che dopo tanto movimento coglie leggermente impreparati.
Si può chiedere un po’ di varietà in più ai Moop, anche perché ne sono sicuramente capaci. Tuttavia il disco è molto energico e porta contenuti di buona rilevanza. E tra l’altro è piuttosto divertente, che per un disco punk rock è tutta linfa vitale.