Due anni dopo Opera arriva MOTOMONOTONO: il terzo album degli Zeus!, duo post rock formato da Luca Cavina al basso elettrico e voce (Calibro 35, Craxi, Incident on South Street) e Paolo Mongardi alla batteria (Fuzz Orchestra, Le Luci Della Centrale Elettrica, FulKanelli, ex Jennifer Gentle e Ronin) è uscito da qualche settimana.
Il secondo album consecutivo pubblicato per la label americana ThreeOneG, creatura discografica dell’eclettico Justin Pearson (Locust, Retox, Swing Kids, Headwound City), vede affiancata per la versione in vinile la cordata di label italiane Tannen Records e Sangue Dischi.
Zeus! traccia per traccia
Il disco si apre con Enemy e Core, non l’ultimo dei giochi di parole su un titolo, come da buona tradizione post rock. Il discorso impostato dal brano è piuttosto veemente e ripetuto, con qualche suono che vola all’esterno del percorso a suggerire possibilità di svolta. Una voce urlata completa il panorama nella seconda parte del pezzo.
Con Colon Hell (appunto) ci si affaccia su un panorama che condivide alcune carartteristiche con il metal, anche se è un metal piuttosto schizzato, con urla belluine ma anche suoni del tutto fuori quadro. Il ritmo rallenta un po’ con Forza Bruta Ram Attack, anche se parte in modo chiaro una scalata verso l’alto, soprattutto a livello ritmico.
San Leather conferma le insistenze ritmiche ma accelera sul piano della velocità. Non è proprio un’eruzione in piena regola, quella di Krakatoa, che pure porta con sé alcune caratteristiche esplosive, e sopratutto un climax eseguito con coerenza fino in fondo.
Ha uno sviluppo curioso e del tutto differente Panta Reich (ridaje), impostata su accordi di tastiere piuttosto inquietanti. All You Grind is Love torna ai modi consueti e al martellamento continuo, con la voce urlata che torna per dare un certo colore in più al pezzo, velocissimo.
Si arriva alla terzina finale con Rococock Fight, tra svisate di chitarra e suoni ribollenti riversati sul piatto. Shifting si configura come un movimento molto continuo e impostato su ritmo molto intenso e ripetuto. Si chiude con Phase Terminale, che apre con la chitarra in evidenza ma include presto sonorità di synth, molto più etereee ed “estranee”, come provenienti dall’alto, che si impossessano della scena. La chiusura torna a picchiare duro, in coerenza con il resto del disco.
Un disco a volte brutale, molto muscolare, ma con qualche elemento che varia completamente il discorso qui e là. Gli Zeus! mostrano di saper inserire tasselli differenti nella propria costruzione, gestendo il tutto con ispirazione e forza.