Radio Gotham (Columbia Records/Sony Music Italy) è il primo album di Rose Villain. Quattordici canzoni e numerosi featuring di prestigio per un esordio che è già un’affermazione di personalità importante.
Radio Gotham è un viaggio nei vicoli più oscuri di me stessa, nella mia fragilità e nella mia inquietudine. Ma è anche la mia armatura scintillante, pesante di ambizione e di vita. È un’ode a New York, fedele compagna di notti insonni, la città dove sfarzo e degrado regnano sovrani, che ti mastica e ti sputa se non tiri fuori le unghie, che mi ha reso l’artista e la persona che sono oggi. È anche un’ode alla notte, il momento dove tutte le emozioni si amplificano e ti schiacciano: la tristezza, la solitudine, il desiderio, l’amore.”
Rose Villain traccia per traccia
Partenza molto fitta e piuttosto oscura: Dalle ombre emerge un progetto già piuttosto conformato, forte di numerose certezze sonore. Hip hop ma anche pop, Rose qui dimostra qualità vocali e vicinanza con il mondo notturno.
Un po’ più cinematografica e piuttosto americana, com’è ovvio che sia, ecco poi Gotham, all’inseguimento di Batman e di un immaginario pop che anche in questo caso però si distende su ombre lunghe.
Ecco poi Lamette, incontro tutto sommato morbido con Salmo, con il rapper sardo a offrire qualche taglio in più, in quello che si trasforma in un incontro a tutto tondo.
Non sono felice per te va contro il luogo comune per cui bisogna sempre essere contenti della felicità degli ex: basta una canzone per riportare alla mente memorie dolorose, mentre i ritmi si fanno fitti in un ambiente da club.
Altri riferimenti batmaniani quelli che emergono da Due Facce, che vede la collaborazione di Tedua e sonorità più vicine al rock. Moonlight è ricca di pensieri oscuri, di autotune e di barre rapide.
Già molto ascoltata, ecco poi Rari, storia di rivincite consumate a colpi di fari. C’è Geolier che si aggira tra i Fantasmi, che riporta i suoni in ambienti notturni. I fantasmi tengono compagnia, per cercare di resistere a ricordi e pensieri del passato.
Una veste diversa dal solito è quella che indossa Carl Brave in Rehab: invece del solito gigione romano c’è un rapper che si confronta alla pari con Rose, ancora impegnata al confronto con i propri dolori.
La Yakuza vien di notte, come la Befana, in un brano molto sensuale ed esplicito (“apro le gambe, se ci guardi dentro ci vedi tutto l’universo“). Dialoghi fra mondi diversi quelli di Monet, duetto con Elisa, sempre più impegnata a dialogare con il cantautorato contemporaneo.
Ventidue milioni di ascolti per Michelle Pfeiffer (forse la migliore delle Catwoman, per inciso) con Tony Effe: un pezzo molto ritmato e capace di uscire con energia dal mood per lo più abbastanza depresso del disco.
Arpeggi e tristezza per la ballad Cartoni animati, prima che Elvis chiuda il disco, con la collaborazione di Guè e Sixpm, per un pezzo più acido che rock’n’roll.
Fisicamente Rose Villain ricorda più una notevole Catwoman che Batman, ma in ogni caso l’ambientazione da comics giova e tiene insieme un disco che è ricco, oltre che di ospiti di livello, di canzoni “vere”, che spiegano perfettamente l’attenzione e il successo che il progetto sta riscuotendo.