Si chiamano Tetrolugosi e la loro musica assomiglia al loro nome: lugubre, ma anche fantasiosa e talvolta paradossale. E’ appena uscito il loro disco, omonimo, e abbiamo provato a fare loro qualche domanda. E sottolineo “provato”.
Mi petete raccontare la storia della vostra band?
Sara: Accumunati da gusti musicali molto simili un giorno abbiamo deciso di provare a suonare insieme.
Camillo: Abbiamo sommato le influenze prog- horror di Sara con le mie influenze più gothic darkwave post punk e abbiamo visto quello che veniva fuori.
A giudicare dal tipo di sound e dal nome della band, vi vedo influenzati dalla dark wave ma anche dal contesto horror. E’ corretto? Quali sono gli altri vostri generi di preferenza?
Camillo: Sì è corretto. Le band che più ci influenzano sono Joy Division, Depeche Mode, John Maus, Cure, Kraftwerk, Bauhaus, Siouxsie and the Banshees, Skeletal Family.
Sara: Per me, oltre ai gruppi citati, grande fonte d’ispirazione sono le colonne sonore horror del cinema di genere e un certo progressive di inclinazione più dark eo sinfonico.
La vostra musica non è peraltro priva di ironia: per esempio, da dove esce un pezzo come “Tastaferro”?
Camillo: La canzone parla di un calabrone che insegue festoso i Tetrolugosi con accenni al mondo dei cartoni animati giapponesi.
Sara: Ci faceva sorridere la parola Tastaferro, che è un termine dialettale abruzzese, e così ci siamo lasciati ispirare.
Nella vostra presentazione dichiarate testualmente che: “I Tetrolugosi si dedicano al culto del gufo e partecipano ai solstizi berberi”. Potreste, come dire, spiegare un po’ meglio?
Camillo: Il gufo è l’animale guida dei Tetrolugosi; siamo molto attenti alle sue indicazioni. Inoltre di tanto in tanto partecipiamo ai solstizi berberi.
Ah ecco, vedi. Delle volte, basta un po’ di chiarezza.
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