Senna, “Tuttapposto”: recensione e streaming

Tuttapposto è il nuovo album dei Senna, il progetto musicale guidato da Carlo Senna, autore classe ’89, e coadiuvato dal fratello Simone e da Valerio Meloni, polistrumentisti del litorale romano. Vincitori della Targa per il ‘Miglior autore’ al Premio Bindi 2020 e fra gli 8 vincitori di Musicultura 2020, a due anni di distanza dal disco d’esordio Sottomarini, che ha ottenuto ottimi riscontri di ascolti sulle piattaforme digitali, i Senna tornano con un nuovo album home-made che continua ad abbracciare il lavoro artigianale per regalare dieci brani in cui immergersi con tutti i cinque sensi.
Ad anticipare l’uscita dell’album sono stati i brani Stalattiti, Matematica e Roulette russa, entrati direttamente nelle principali playlist editoriali delle maggiori piattaforme musicali, seguiti dall’ultimo estratto Letto.
Senna traccia per traccia
Quando parte stalattiti è inevitabile pensare a Battisti e alle sue “stalattiti sul soffitto”. Ma qui le direzioni prese sono tutt’altre. Anzi si cita Marley e Redemption Song in un brano di pop autorale di stile anglosassone che cresce un po’ per volta, accogliendo a un certo punto anche i fiati e gli archi.
Anche in piramidi si registra una crescita, ritmica ed emozionale, in una canzone che procede a strappi. E mentre le sonorità si aprono ci si accorgere di essere proprio noi “gli stronzi che cadranno sulle nuvole”.
La tracklist prevede che dove pt.2 arrivi prima di dove pt.1 che troveremo più avanti: l’intermezzo è morbido, breve e pensoso. Ecco poi letto, che abbraccia le caratteristiche più pop della band, senza trascurare interessanti dinamiche ritmiche.
Tra la zona rossa e la neve di Mosca, luna risulta più legata al contemporaneo rispetto a quello che forse erano le intenzioni originali di scrittura. Di fatto è una canzone morbida, intima e acustica.
Letture mentali e relazioni che fanno bene e male al centro di una piuttosto vivace baleniere, con il pianoforte a legare un pezzo che naviga veloce, scivolando con semplicità.
Si torna ad abbassare i toni con roulette russa, che pure parla di corse, carte, motori, vino (e sesso con la fotocopiatrice). E molte altre cose, ma tutto con un tono molto sotto controllo, tra sussurri e pizzichi di falsetto.
Ecco quindi dove pt.1, che accenna brevemente di parole, sonno e asfalto. Si passa senza sforzo a siderale, che però alza la voce un po’ per volta, arrivando a disegnare scenari con maggiore mordente e un drumming incisivo.
Curiosa apertura a cappella quella di matematica, che poi aggiunge qualche suono ma con ritegno, mantenendo un’atmosfera morbida e suggestiva.
Non sembra “Tuttapposto” la situazione, almeno a giudicare dalla copertina (forse più “cortocircuito”, diciamo). Ma la scrittura dei Senna cresce e si allarga, acquista elementi cui trova la giusta collocazione, si approfondisce e matura. Ne deriva un disco buono e sostanzioso, ma anche dai sapori decisamente gradevoli.