I Sick Tamburo tornano con un nuovo disco di inediti intitolato Paura e l’amore. Quinto disco della formazione nata dall’incontro tra Elisabetta Imelio e Gian Maria Accusani, esce oggi per La Tempesta dischi.
Nati dall’esperienza Prozac +, i Sick Tamburo sono uno dei gruppi alternative rock più interessanti del panorama italiano: testi concisi, ritmi incalzanti e un’affascinante attitudine punk.
A due anni dal precedente lavoro Un giorno nuovo, i Sick Tamburo pubblicano nove nuovi brani, anticipati dal singolo Puoi ancora.
“Ognuno di noi, durante il corso della vita, deve inevitabilmente fare i conti con la paura. La paura che si presenta sotto mille e mille forme ma che crea sempre e comunque uno stato di disagio che ci mette spesso in grande difficoltà.
L’amore è l’unico vero antidoto per questo disagio. L’amore è l’altra faccia della paura.
TOUR SICK TAMBURO
26 aprile Bologna – Covo Club
27 aprile Padova – Cso Pedro
04 maggio Pordenone – Astro Club
09 maggio Roma – Monk
17 maggio Torino – Hiroshima Mon Amour
18 maggio Genova – Csoa Zapata
25 maggio Milano – MI AMI Festival 2019
Sick Tamburo traccia per traccia
Si parte da un’adolescenza problematica: Lisa ha 16 anni e corre, tra paure, amori, problemi e un ritmo che si prende qualche pausa ma senza mai calare di intensità.
Baby blu parte bella decisa, con parecchio sangue punk nelle vene: anche questo è un ritratto al femminile, schematico ma incisivo, con qualche tratto che sa di rimprovero.
Atmosfere new wave e drumming martellante in Quel ragazzo speciale, che sovrappone le voci creando nebbie elettriche dalle quali si emerge all’improvviso.
Agnese non ci sta dentro parla di odori. Come tutti i personaggi di questo disco, Agnese appartiene agli sconvolti e ai reietti, ma ha una forza interna espressa in toni decisamente 90s.
Modalità più moderate quelle di Puoi ancora, con archi e rimpianti, fitta e continua.
Più elettronica e molto più curiosa Anche Tim Burton la sceglierà, fantasiosa variazione sul tema, sempre innervata dal binomio amore/dolore.
Battiti pesanti nell’apertura di Impermanente, che tuttavia ha un andamento piuttosto pop, con voci in background che variano il paesaggio.
Si torna all’elettrico (non che si sia mai smesso) con Mio padre non perdona, che ha toni quasi western nel testo e molto rock nel tracciato sonoro.
Terminale, in ogni senso, Il più ricco del cimitero, forte e ritmata, per finire il disco ruggendo un po’ e con un sapore di sfida che rimane in bocca.
Disco breve e intenso quello dei Sick Tamburo che, spesso lontano dai riflettori, continuano la propria carriera in modo coerente e compatto.
In questo caso il pugno di canzoni proposte colpisce nel segno con forza, variando il percorso e proponendo contenuti all’altezza in una forma musicale decisa e fruttuosa.