Stato Brado, “Cosa adesso siamo”: la recensione

Nuovo album per gli  Stato Brado, formazione che unisce le sonorità della tradizione della canzone d’autore italiana con quelle americane del folk, del blues e del country. Il disco è stato registrato, mixato e prodotto al 360 Music Factory Studio Recording da Andrea Pachetti e si avvale della partecipazione di: Dimitri Grechi Espinoza (Dinamitri Jazz Folklore), Marina Mulopulos (Tilak), Simone Padovani (Bobo Rondelli) e Paolo Pee Wee Durante (Tony Scott).

Stato Brado traccia per traccia

Nient’altro apre il disco con modi placidi e plastici. Le ritmiche sono solari, quasi reggae, i fiati inseriscono qualche colore in più nel contesto. Scommessa sposta il discorso in ambiti country rock (più country che rock), celebrando le disavventure della ludopatia.

Tornano i fiati e un groove quasi funk in Non ce n’è più, brano che si fa improvvisamente oscuro, parlando di persone che devono lasciare casa propria per trovare prospettive migliori. A metà brano la canzone si anima per qualche istante, cambiando atmosfere.

Si torna a buone dosi di allegria con Sabbia del deserto, che apre di sax e raccoglie per strada il sostegno delle tastiere. La schiuma dei giorni fa affidamento su un drumming insolitamente marcato, in un pezzo che digrada verso sonorità più morbide verso il finale. Sapori antichi con sonorità contemporanee con Alla guerra non andrò.

Si passa a una parte “notturna” del disco, prima con Dov’è stanotte il mio cuore, ballata soffice alla luce di un fuoco nella prateria del west, con slide guitar e violino; poi con Oscura è la notte, in cui il ritmo si alza e diventa inquieto. Una persona normale si butta su ritmi tzigani e attitudini piratesche per un brano che parla, ma con ironia, dei classici vicini di casa all’apparenza tranquilli e in realtà serial killer (o giù di lì). Il disco chiude con Aspetta e spera, con l’organo in grande spolvero e un finale corale e festoso.

Un disco positivo per gli Stato Brado, che manifestano sufficiente disincanto per trattare anche temi scomodi con una certa leggerezza.

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