Umberto Maria Giardini, “Forma Mentis”: recensione e streaming

Forma Mentis è il nuovo album di inediti di Umberto Maria Giardini (The Artist Formerly Known as Moltheni), in uscita per Ala Bianca Records / distr. Warner Music Italia. Il cantautore approda al quarto disco in studio a proprio nome, dopo otto album e una partecipazione a Sanremo con il moniker precedente.
L’album è stato anticipato dall’uscita del singolo Pleiadi in un cielo perfetto. Annunciate anche le prime date del tour di presentazione, in partenza a marzo.
FORMA MENTIS TOUR
15/03 – Roma – Largo Venue
16/03 – Pomigliano d’Arco (NA) – First Floor Club
21/03 – Brescia – Latteria Molloy
23/03 – Firenze – Glue
12/04 – Milano – Circolo Ohibò
04/05 – Bologna – Covo
10/05 – Bassano del Grappa (VI) – Vinile
Umberto Maria Giardini traccia per traccia
L’apertura del disco è piuttosto sognante: La tua conchiglia solleva veli un po’ per volta, anche sull’onda di un drumming che si fa sempre più rumoroso e deciso, fino a un’epifania elettrica che strappa gli ultimi residui di delicatezza.
Si parla allegramente di funerali all’interno di Luce, un’aspirazione quasi trascendente, con la quale fa contrasto la voce ruvida di Giardini. E che ci sia esigenza di scaricare qualcosa lo conferma anche il finale molto tirato.
La già nota Pleiadi in un cielo perfetto è un classic Giardini, compresa di campi in fiamme e senso rock-pop con un testo che vola molto alto.
Un po’ più psichedelica, soprattutto verso la parte finale, Argo. Con Materia nera si viaggia in modo piùà diretto, anche se il canto “in caduta” del cantautore conferisce un senso di precarietà al tutto.
Di fiori e di burro si guadagna la scrittina “explicit” ma anche molta attenzione per un’incursione quasi psicanalitica nell’intimità più cupa e oscura.
Si rimane in ambienti simili con Le colpe dell’adolescenza, che si muove in una sorta di buio sonoro che fa risaltare ulteriormente la voce.
Si va quasi nel metal con I miei panni sporchi, robustissima a partire dalle prime battute e poi capace di immergersi a capofitto in un magma sonoro.
Tenebra riemerge parzialmente dal magma, si fa più sottile e tranquilla. Viaggi lontani dal quotidiano sono accompagnati dall’affluire delle sensazioni guidate dagli archi.
Si procede con Vortice cremisi, strumentale da un paio di minuti molto tempestoso. Pronuncia il mio nome ha un ritmo quasi funebre, un’aria generale di minaccia incombente, e di rancore generale diffuso.
Si chiude con Forma Mentis, title track particolarmente cruda e violenta, con tanta chitarra e altrettanta rabbia, culmine di intensità di un disco che in realtà non ha smollato praticamente mai la tensione.
Fa piuttosto rumore il nuovo disco di Umberto Maria Giardini, e non soltanto perché le sonorità scelte sono decisamente rock. Fa rumore anche perché è l’album di un artista ormai maturo, consapevole, capace di portare in superficie i propri contrasti e farne canzoni complete, concrete e del tutto vivide.
Genere: cantautore
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