Vincenzo Fasano, siciliano di origine ma nato e cresciuto a Mantova, ha pubblicato il suo ultimo singolo in attesa dell’uscita del nuovo album. Voce potente e riconoscibile, testi profondi e un’allure da “uomo d’altri tempi” sono i suoi tratti distinivi.
È appena uscito il tuo nuovo singolo. “L’estate più fredda del mondo” è uno stato d’animo, un urlo liberatorio, nostalgico e vivo allo stesso tempo. Quante “fiamme d’acqua per spegnere i sogni” ti hanno sparato addosso, e quanti no hai dovuto sparare a tua volta per difenderti?
Fino a oggi mi hanno sparato addosso molte fiamme! Credo che le “fiamme d’acqua per spegnere i sogni” siano puntate su tutti coloro che hanno dei sogni.
L’omologazione oggi mi spaventa ma credo fermamente che nel nostro piccolo ognuno di noi possa avvicinarsi a ciò che realmente è.
Mi fa sorridere ripensare ai miei piccoli “no” che ho detto per cercare di essere libero di fare quello in cui credo, ma a distanza di tempo mi rendo conto di esserci riuscito perché dedico parte della mia vita alla musica.
Dopo un singolo arriva un album… Quando uscirà il tuo nuovo lavoro? Puoi anticiparci qualcosa?
Sono felicissimo di annuciarvi che l’album è pronto, è un album panoramico, scritto con gli occhi e con il cuore; uscirà i primi mesi del 2019. Parlerà della convivenza tra il bene e il male, della purezza dell’acqua e della “spazzatura”.
Ci sono brani con strutture diciamo classiche e brani dilatati, rarefatti, che rispettano solamente le parole o la musica per la loro fluidità, non si preoccupano di nulla.
Mi sentivo di fare un album che rappresentasse la mia vita oggi, i miei sogni, il mio sguardo sul mondo che vedo e che vorrei vedere.
Se ascolto i miei primi due album sento una grande sofferenza ma un’infinita voglia di scappare, di correre verso la vita in mondi lontanti “magari con due Soli” che scaldano.
Questo album è il seguito naturale del mio viaggio musicale.
La tua voce e il tuo modo di cantare ti rendono immediatamente riconoscibile, caratteristica piuttosto rara in un periodo in cui, nei diversi generi, va di moda “essere simili”. C’è qualche artista, tra le nuove promesse, che apprezzi particolarmente?
Mi piace moltissimo tutta la nuova scena, veramente, mi mette di buon umore, mi sembra sia nato un nuovo romanticismo che parla della quotidianità e delle piccole cose, ma in particolare non ascolto nessuno, mi piace camminare nella natura, mettermi le cuffie con Spotify e lasciarmi andare.
Matteo Buzzanca (il mio nuovo produttore) e io quando abbiamo scritto questo album avevamo ben presente cosa “andava” nella scena musicale ma non ce ne siamo preoccupati e nemmeno ispirati.
Abbiamo iniziato a scrivere e scegliere i suoni per “dirigere” un film in modo naturale, spontaneo, seguendo solo le immagini che volevamo tradurre in musica.
Mattia Panzarini ha dato nella produzione il tocco finale: “ciak si gira!”
ll tuo ultimo album si chiudeva con un meraviglioso sono felice, in una delle canzoni che maggiormente ho apprezzato, “Verso l’infinito e oltre”. È passato qualche anno, sei ancora felice? Hai ancora più paura di morire che di vivere?
Che belle domande mi fai!!!
Grazie, mi sembra di essere sempre in analisi e questa cosa mi fa sempre sorridere.
Se ascolto “Verso L’Infinito E Oltre” mi accorgo, ascoltandomi dopo due anni, che più di essere felice, ero in ricerca per esserlo e questa ricerca non è finita, anzi…
Credo che la parola giusta oggi sia “accontentarsi” nel senso più positivo del termine, capire che siamo liberi, che viviamo in condizioni di privilegio, che abbiamo delle vite intense.
Oggi, quando riesco, mi circondo sempre più di persone semplici, sono loro che mi insegnano che la felicità sta nel poco, quindi se ci penso… sì… sono felice!
Per quanto riguarda la paura di vivere o morire ti rispondo che sto cercando di allontanare la paura da ogni cosa, per vivere tutto al massimo, con una grande consapevolezza della fortuna che mi circonda.
L’obiettivo è non avere paura né di vivere né di morire e capire che è tutto naturale.
La paura rende vittime, costruiamo prigioni e incateniamo i nostri cuori. E dai nostri cuori usciamo lasciando le chiavi all’interno, cercando disperatamente qualcuno che ne possieda una copia.
Non sei un artista particolarmente social addicted, e potrebbe essere in parte penalizzante visto il momento, in cui una cosa succede davvero solo se è condivisa in Rete. Cosa pensi di questa epoca del mordi e fuggi, del pubblico sempre presente, dell’opinione da esprimere sempre e comunque?
Ti dico che se non fosse per la musica e quindi per la necessità di espormi al pubblico mi toglierei dai social, impiegherei quei minuti per fare altro.
Mi piace il web ed è stupendo quello che ti può dare ma bisogna navigare senza allontanarsi troppo.
Mi rendo conto che spesso scorro immagini, video, post e centinaia di informazioni delle quali mi scordo appena metto giù il cellulare, spesso è tempo perso.
Credo che parte dell’insoddisfazione che si respira in giro sia data dalle troppe informazioni che le persone hanno e non riescono a elaborare per farne qualcosa.
Posto solo quando ho qualcosa da dire, quando ho un argomento; farmi le foto allo specchio in bagno o al mio piatto preferito non mi emoziona.
Se non hai nulla di interessante da dire, il silenzio rimane un’ottima alternativa.
L’ultima domanda è sempre una richiesta: una piccola playlist di tracce che ti piacciono, tue, di altri artisti, famose o sconosciute… Sbizzarisciti e stupiscici!
Domingo “La leggerezza”
Baustelle “Andarsene Così”
Dimartino “Non Siamo Gli alberi”
Tiziano Ferro “Alla mia età”
Riccardo Sinigallia “Impressioni Da Un’ Ecografia”
Niccolò Fabi “Una Buona Idea”
Jovanotti “Ora”
Carmen Consoli “Il Sorriso Di Atlantide”
Chiara Orsetti