Con radici che affondano addirittura al 1998, gli Welkin sono una rock band di Treviso con molti anni e molti concerti alle spalle. Ma non moltissimi dischi: numerosi cambi di formazione e le normali difficoltà che una band può incontrare sul proprio percorso ne hanno rallentato le pubblicazioni.
Esce in questi giorni The Silent Way, un disco da sei tracce che condensa le ascendenze metal della band, che pur non rinnegando l’età classica del genere, prova a svilupparlo tenendo conto dei suoni più contemporanei.
Welkin traccia per traccia
Il disco si apre con Turn to me, che annuncia fin da subito qualche nostalgia per il metal che fu, coniugata però, come detto, con ritmi e sonorità molto più vicine al contemporaneo e all’alternative. Si prosegue con la robusta e concreta My Enemy, che non disdegna qualche assolo di chitarra nel finale, in un contesto complessivo piuttosto rumoroso.
Ruvida e un po’ sporca anche Edge of Life, con ritmi non esagerati ma la chitarra sempre protagonista, e suoni un po’ Van Halen. Crossing in the Dark mette in evidenza le qualità vocali e si affida ancora una volta alle trame elettriche della chitarra.
Tiny Things conferma le sensazioni precedenti e anche qualche propensione alla melodia. La chiusura è molto sostanziosa, con Nightmare (All my sins), tra le più rumorose del disco, benché in grado anche di decelerare qui e là.
Ci vorrebbe qualche variabile in più per mettere in maggiore evidenza la musica degli Welkin. Il disco si fa ascoltare e potrebbe conquistare svariati adepti del metal “old style”, forse qui e là sarebbe consigliabile spingere un po’ di più sull’acceleratore.