Zerella è un cantautore ma anche una band, una struttura fluida in qualche modo che ha messo a segno un disco, Sotto casa tua nell’aprile scorso e un singolo, Tutta bianca, più di recente. Ecco la nostra intervista.
Qual è la storia degli Zerella? E soprattutto, viste le origini della band, oggi quanti sono gli Zerella?
Domanda più che legittima; dopo la scorsa estate e il cambio di formazione ho deciso insieme al mio bassista storico, Gianluigi Pilunni, di concentrare il progetto unicamente sulla mia figura anche se lui continua – da dietro le quinte – a seguirmi nelle vesti musicista dal vivo e nel pre-produrre i brani con me. Al momento abbiamo più set dal vivo, ma quello che preferisco, ovviamente, è il set full band con chitarra elettrica e batteria.
Quali sono le motivazioni e le ispirazioni del vostro ultimo lavoro, “Sotto casa tua”?
Sotto Casa Tua, uscito nell’aprile del 2018 è stato il classico battesimo nel fuoco, ci siamo ritrovati a galleggiare nel panorama italiano e alla fine abbiamo imparato a nuotare. Il disco ha avuto una gestazione tribolata, doveva essere un ep in un primo momento, poi è diventato un disco nel novembre di due anni fa.
Le principali ispirazioni a livello testuale provenivano tutte dal mondo esterno, in particolar modo da libri di poesia, astronomia, dai grandi cantautori e da vicende personali mentre dal punto di vista sonoro è stato un disco molto ispirato ai suoni anni Settanta e anni Novanta, con poco spazio alle elettronica e tantissime chitarre.
C’è parecchio calcio, ancorché visto in modo poetico e romantico, in almeno un paio di brani del disco. Qual è il tuo rapporto con questo sport bellissimo e detestabile al tempo stesso?
Il calcio è un arma a doppio taglio. È un grosso attrattore di persone e nella sua rete “sociale” ci sono caduto anche io. Amo seguire il calcio con naturalezza e con approccio sano, ci sono tante belle storie da raccontare ed è uno degli ultimi ascensori sociali rimasti in mano alle persone davvero brave in qualcosa; il calcio ha un lato davvero romantico che secondo me non morirà mai e in Brasile 1958 e Santiago Bernabeu ho provato a descrivere due visioni diverse di amore e calcio, li ho sempre visti come due brani “gemelli”.
Purtroppo, dall’altro lato il calcio può attirare anche tanta violenza, tanta inciviltà e gruppi di razzisti che invece, con lo sport non dovrebbero avere nulla a che fare.
Vorrei sapere come nasce “Nico”
Nico nasce un giorno del 2013 nel garage di casa mia, insieme a un mio amico, Vinicio. Lui aveva realmente conosciuto questa ragazza così chiamata e abbiamo scritto il brano insieme in maniera naturale, è rimasto “appeso” per un po’, senza il ritornello, poi un giorno mi sono svegliato ispirato e l’ho scritto. Ci eravamo rotti anche un po’ delle storie sulla droga che finivano male, e allora pur di passare per buonisti abbiamo dato un impronta positiva al pezzo.
Qual è il futuro di Zerella? Visto che il disco è uscito da qualche tempo, hai già qualche idea nuova?
Dopo il disco dello scorso anno, il duetto su Santiago Bernabeu dello scorso febbraio e la recente Tutta Bianca, sono in studio coi ragazzi di Silko Records per lavorare sulle pre-produzioni del mio secondo disco. Nel frattempo sto riscoprendo il piacere delle radio, sono stato in giro ospite a Roma, Napoli, Benevento e continuerò a farlo fino a che Tutta Bianca me lo consentirà.