Apice pubblica Beltempo: il cantautore ligure de La Clinica Dischi, dopo quattro singoli, una permanenza di oltre un mese nella playlist Spotify “Scuola Indie”, un tour di oltre quaranta date e la vittoria del Premio Fabrizio De André pubblica un album dai suoni indie e dall’umore moderatamente ottimista.
Apice traccia per traccia
Propositi cannibali aprono il disco su Morsi, che ha suoni indie pop piuttosto morbidi.
Si scrive al femminile per una più nervosa Ciao, che pur fra suoni non troppo duri si fa un po’ più aggressiva.
Parte piano (e con il pianoforte) Fabio, brano un po’ cremoninesco che si apre poi a ventaglio.
Ci si allontana un po’ dal microfono per Lucciole, che nasce con la chitarra acustica ma poi si arricchisce di aromi sintetici.
Si viaggia con calma all’interno di Lividi, che ha il featuring di ELLE, parla di caldo tropicale e ha una cesura interna piuttosto forte.
Titolo che fa pensare un po’ a De Gregori (e invece semi-cita De Andrè) quello di Fiore Fiorellino, per un brano un po’ sghembo a livello ritmico e con un buon groove di basso.
Professioni inarrivabili e un loop di synth aprono Inutile, molto ricca di schermaglie elettroniche ma anche di un certo spirito rock-pop.
C’è cmqmartina all’interno di Crepe, che arrota qualche parola in apertura di brano, per un discorso che si allarga un po’ per volta.
L’album chiude con un pezzo che si destreggia tra ottimismo generale e pessimismi discreti, per lo più giocato sulle linee tracciate dalle chitarre, la title track Beltempo.
Un primo disco perfettamente in linea con le tendenze di oggi, quello di Apice. Canzoni ricche di sentimento e di suoni di synth (ma non solo), capaci spesso di cambiare pelle.