Ambient, post rock, psichedelia, noise e molto altro: dentro Border of Human Sunset, esordio degli Atom Made Earth, c’è tutto questo e molte sensazioni positive. Ecco come si racconta la band.
Mi potete raccontare la storia della vostra band?
La storia della nostra band è noiosa e comunque l’abbiamo dimenticata, però dato che Lorenzo (il bassista) è una persona educata e quindi insiste nel raccontarla possiamo solo dirti che ci siamo formati da poco più di un anno e mezzo, provenivamo tutti da generi completamente diversi e ci siamo uniti alla ricerca di qualcosa di nuovo e spazialmente psichedelico.
Nel presentarvi, dichiarate che il vostro nome ricorda i Pink Floyd, ma non per questo li ricorda del tutto la vostra musica: infatti c’è psichedelia ma anche shoegaze e molto altro. Quali sono i vostri generi di ispirazione e i dischi cardine?
Se ci scambiassero per una cover band dei Pink Floyd probabilmente ci sarebbero più spettatori, male che vada, quindi da ora in poi faremo solo cover dei suddetti. (non è vero hàhàhà)
Riguardo ai dischi cardine ne abbiamo moltissimi e personali, giusto per nominarne alcuni: quasi tutti gli album dei P.F. stessi (tra cui anche Atom Heart Mother), Abbey Road e Sgt. Peppers dei Beatles, Dracula della Premiata Forneria Marconi, Tubular Bells di Mike Oldfield, Selling England by the Pound dei Genesis, quasi tutti gli album dei Led Zeppelin.
TUTTI (Daniele) gli album dei King Crimson, Lovin Spoonful, però anche album moderni di vari artisti come: Mono, Tame Impala, Mogwai, Russian Circles, Om, Sleep, Bong, God Is An Astronaut, Electric Wizard, Death, The Secret, Wings, Master Musicians Of Bukkake, Verdena…
Avete registrato il disco live, in una sola giornata e all’interno di un capannone industriale. Una scelta precisa o un’opportunità che si è manifestata in corso d’opera?
Quella di registrare live in un solo giorno all’interno di un capannone è stata un’idea sperimentale (riuscita grazie all’aiuto dell’azienda che ci ha ospitato) per enfatizzare il nostro sound “dispersivo” e le nostre idee.
Siamo dell’opinione che registrare in studio leva un po’ quella magia della costante ondata a cui sottoponiamo l’ascoltatore. Volevamo risultare più naturali possibili sapendo però di perdere la precisione che avremmo ottenuto in studio.
Mi incuriosisce il ringraziamento a Dario Argento nelle note al disco… Da cosa nasce?
Il ringraziamento a Dario Argento nasce dal fatto che i suoi film al di fuori del contenuto traggono analoghe scenografie e luci, con colori accesi e innaturali, sempre alla ricerca di una scenografia insolita rispetto agli altri registi.
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