Si chiama Un giorno di festa il nuovo ep dei B-Effect. Il progetto B-Effect, band toscana proveniente dalla provincia di Pistoia, vede la luce come formazione nel gennaio del 2012 e prende il suo nome da uno dei temi centrali della famosa teoria del caos, ovvero il cosiddetto “Butterfly Effect”.

Il gruppo nasce per volontà di Olimpio Marchese (voce & synth) e Alessandro Bracali (basso & cori), a cui poi si sono uniti Lorenzo Iori (batteria & cori) e Nicola Sirdone (chitarre). Le canzoni dei B-Effect (tutte con testi in italiano) fanno riferimento a un rock elettronico in cui synth, computer e loop rappresentano una parte molto importante, tutti elementi, questi, che vanno a mischiarsi alla sezione ritmica ed alle chitarre, oltre che, ovviamente, alle melodie del cantato. Li abbiamo intervistati.

Volete raccontare la storia dei B-Effect?

I B-Effect sono una band nata oramai nel “lontano” 2012, anno in cui Olimpio (cantante) e Alessandro (bassista) si sono incontrati e hanno deciso di dar vita a un progetto musicale che avesse come suo obiettivo principale quello di creare musica originale.

Fin da subito l’intenzione è stata quella di scrivere i testi in italiano, mentre il sound sarebbe stato una commistione di più stili, dal rock puro e semplice all’elettronica. Nell’estate di quell’anno si è unito, poi, Lorenzo (batterista) mentre per la composizione definitiva della formazione i B-Effect hanno aspettato gli inizi del 2013, con l’ingresso nel gruppo di Nicola (chitarrista).

Alternate sonorità schiettamente rock ed elettriche a qualche variazione “sintetica”. Qual è il vostro metodo di composizione?

Le sonorità rock legate a quelle elettroniche, come si può capire ascoltando le canzoni, la fanno da padrone. Non esiste un vero e proprio metodo di scrittura dei pezzi, solitamente il tutto nasce da un’idea di Olimpio, che può essere un riff, un giro di tastiera, una particolare sonorità, e, perché no, anche un testo. A volte sono proprio le parole e il loro significato a indicare la strada, definendo l’atmosfera e il sound che una certa canzone dovrà avere.

Come nasce “La fine di un sasso”?

“La fine di un sasso” è il classico esempio di brano nato da un’intuizione di Olimpio, che con il synth aveva appunto scritto il riff che ne rappresenta l’anima. Da lì tutta la band ha costruito il contorno del pezzo, basandosi su due aspetti: una strofa che lasciasse spazio alla parte ritmica e un ritornello che, insieme al riff caratterizzante, avesse un testo, per così dire, accattivante.

Quali sono i vostri “numi tutelari” in musica?

Ogni componente della band ha, come giusto che sia, i propri “grandi nomi” preferiti, che fanno da riferimento per ciascuno e che influenzano il modo personale di concepire la musica. Sicuramente Depeche Mode, Placebo, Editors, Muse e U2 possono essere considerati i numi tutelari dei B-Effect.

Quali saranno i prossimi passi dei B-Effect?

Dopo aver realizzato il secondo ep (Un giorno di festa) e il video de La fine di un sasso, il passo successivo sarà quello di portare live le canzoni dei B-Effect, misurandole appunto in una dimensione dal vivo, in modo da affrontare e valutare anche e soprattutto quella reazione che il pubblico ha quando sente una canzone originale.

B-Effect traccia per traccia

Si intrecciano sensazioni diverse all’interno di Aspetta, che apre il disco. La chitarra elettrica dialoga infatti con il synth, per un effetto di rock fluido e da corsa.

Si prosegue con La fine di un sasso, scelta anche come singolo, che accompagna alcune considerazioni e osservazioni sulla vita in genere con sonorità rapide e un mood abbastanza aggressivo.

C’è qualche tonalità più scura in Per essere vivo, in cui la sezione ritmica prende il sopravvento all’inizio, per poi lasciare spazio alla chitarra alla voce.

Torna l’elettronica con Ti vorrei portare via, più tranquilla e anche un po’ vintage, con echi degli anni ’80. Lo special, morbido, è quasi indie pop.

Si chiude in modo malinconico con Dimensioni, in cui la chitarra echeggia e si concede qualche libertà, mentre il drumming sale di colpi.

Sembra che i B-Effect siano equamente divisi fra tentazioni elettriche ed elettroniche. Così cercano di trarre il meglio da entrambi i mondi, ottenendo un ep interessante e ricco di spunti.

Genere: rock

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