Informazioni biografiche scarne (sappiamo principalmente che sono tre impiegati) ma esordio interessante per i Big Sea: Francesco B., Davide e Francesco D. picchiano piuttosto forte in un ep omonimo che definiscono “garageous” ma che porta con sé parecchia vita post punk.

Tra l’altro il disco, uscito un paio di giorni fa, neanche si trova sui circuiti classici, tipo Spotify o Apple Music, ma solo su Soundcloud e su musicassetta. Ma cos’è, il 1991?

Big Sea traccia per traccia

Con un tono un po’ dimesso e un po’ scazzato, che fa molto post punk anni Novanta, Parking Side apre l’ep, insinuandosi in modo soffice ma moderato.

Molta minore moderazione dimostra una piuttosto esplosiva Home, che fa perno sul drumming per tirare fuori il lato più rock e aggressivo della band.

Almost corre parecchio, ma per quanto rumore faccia, il mood del cantato può far pensare a tutta quella genìa di surrealtà che passa per Devo ed XTC. Poi c’è qualche scoppio improvviso; l’energia da qualche parte la devi pure scaricare.

Chiude l’ep Worm, che dardeggia in modo elettrico e acido, con il basso a far correre le dita sotto. Guizzi sonori quasi spettrali impazzano, con risonanze che si allungano nel finale.

Molto interessante questo assaggino, sufficiente a far pensare che se ce ne fosse di più sarebbe anche meglio. In ogni caso nei quattro brani la band concentra ottime abilità, dalla scrittura all’esecuzione, e si mette in luce come progetto da tenere d’occhio.

Genere musicale: rock alternative, post punk

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