Capitolo 1: La Notte è il nuovo disco di Birø. Cantautore classe 1990, originario di Varese, il suo è un progetto che mira a coniugare testi propri della tradizione cantautorale italiana con la musica elettronica e a raccontare storie attraverso musica e parole. I suoi brani raccontano eventi legati tra loro e come le pagine di un libro seguono uno sviluppo cronologico.
Dopo la pubblicazione di “Incipit”, il suo primo EP ufficiale, si è fatto conoscere al grande pubblico con un fortunato tour che ha avuto appuntamenti importanti come il Mi Ami 2017 e il Collisioni Festival riscuotendo ottimi feedback di pubblico e critica, candidandosi di diritto quale nome su cui puntare per il futuro.
Capitolo 1: La Notte è la storia di un uomo che analizza le sue ossessioni, le sue paure e i suoi vizi, ma anche le proprie gioie e fortune, il tutto grazie a uno stile narrativo personale.
Tutti i brani sono ambientati in un’unica notte e questo spazio temporale diventa il filo conduttore tra una canzone e l’altra: i toni crepuscolari dei testi di Birø trovano nella commistione tra cantautorato ed elettronica un compagno perfetto per questo viaggio che dura fino all’alba.
“Capitolo 1: La Notte” è un disco molto intimista, è la storia di un uomo che nell’arco di una notte affronta i suoi ricordi e ciò che gli hanno portato. Mi ha sempre affascinato l’idea di come una persona cercando la felicità si ritrovi nella follia ed è proprio questo il tema centrale del disco”
Birø traccia per traccia
Si parte da Tangenziale, che ha un inizio morbido e quasi ieratico, tra improbabili speranze illusorie, con chitarre un po’ vintage e l’organo che non fa mai mancare il proprio apporto, tranne che in un rapido momento quasi techno.
Segue Salire giù, già presentata come singolo, che esplora con dolcezza e molto synth gli abissi degli eccessi delle dipendenze, con una certa aura cupa ma dolce.
Nuovi romantici usa la stessa delicatezza per un brano che si insinua nelle pieghe di un rapporto con suoni piccoli e acuti.
Un po’ più cattiva e con un tappeto sonoro che sembra far riferimento alla tradizione hip hop, ecco poi Unghie rotte.
Il viaggio di Birø prosegue con un brano caratterizzato da un certo spirito di ribellismo, anche se tutto intimo, espresso da Come vola il tempo.
Scivola veloce e inquieta Paura del buio, altro pezzo di autocoscienza, con il basso che lavora sul fondo del brano e i concetti che si muovono con leggerezza ma lasciando segni.
Sociopatia è brano subacqueo ma con qualche emersione improvvisa di un resonator tagliente e piuttosto western. Le dinamiche sonore del brano sono particolarmente interessanti, soprattutto quando lavorano di contrasti.
Un rapporto finito ma non accettato è al centro di Stalker, sostenuta e in accelerazione, piuttosto ansiogena come il rapporto malato che descrive utilizzando la prima persona.
Feste eleganti ha un titolo che fa pensare alla cronaca e alla politica, anche se il piano di prospettiva è ancora una volta del tutto personale, con una chitarra che suona desolata sullo sfondo.
Il disco termina con Nuvole a pezzi, la canzone dell’alba: si cerca qualche speranza tra i suoni sintetici, ma c’è piuttosto un inizio di accettazione, o forse una fuga, sostenuta da un drumming ora robusto.
Birø pubblica un disco contemporaneo ed estremamente interessante, proprio per quella capacità di far dialogare testi scritti con attenzione e ritmi e suoni elaborati e fluidi, sintetici ma senza essere integralisti.