Di Chiara Orsetti
In queste giornate di incertezza la musica può e deve essere un conforto. Il ritorno di Galeffi con Settebello, il nuovo album, è sicuramente una piacevole compagnia. Reduce dal successo del primo album, Scudetto, pubblicato nel 2017 e che ha collezionato oltre 25 milioni di ascolti streaming, Galeffi è pronto a raccontare nuove storie, mantenendo la sua connotazione di pop giovane e fresco che lo ha contraddistinto, acquisendo nuove sfumature vocali e musicali.
Galeffi traccia per traccia
L’infinito è un attimo che non ritorna
È Settebello, la title track, ad avere il compito di aprire l’album. Dubbi esistenziali, quesiti irrisolti e medaglie al dolore sono raccontate su melodie allegre, quasi a decontestualizzare lo smarrimento in cui ci si riconosce durante il racconto.
Mi piove dentro gli occhi e non ho i tergicristalli
Si prosegue poi con Bacio illimitato, mille minuti senza fiato, in un crescendo di melodia e di sofferenza. L’amore sa essere spietato, soprattutto quando ci si rende conto del suo potenziale e di quanto siamo piccoli di fronte a così tanto sentire. Non è solo “quanto stiamo bene insieme” ma anche “mi chiami e non rispondo” per farti andare in tilt. Una piccola sorpresa di maturità, musicale e sentimentale.
Nei tuoi pantaloni lo sai che ci vivrei, monolocale dei giorni miei
Che mondo sarebbe senza di noi? È la domanda che chiude i ritornelli di Monolocale, dove il letto e le ore passate a rotolarcisi dentro sono protagonisti di questo brano. Più vicino alle prime canzoni di Galeffi, anche qui l’amore la fa da padrone, questa volta nelle sue sfumature un pop porno.
Il cielo se vedi bene è il pianterreno sotto di noi
America cambia registro melodico, si siede al pianoforte e si lascia contaminare dal jazz. Esperimento ben riuscito e portato a termine tenendo nelle orecchie e nel cuore la scuola genovese di Paolo Conte e Gino Paoli. Romanticismo e malinconia, profumi e sensazioni.
Sono secoli che sono un pezzo di pane in mezzo a pezzi di vetro
A dispetto dei pronostici, Dove non batte il sole non parla di zone intime, ma di cuori gelati che non vengono mai scaldati a sufficienza. Anche in questo brano si miscelano parole tristi e musica fuorviante, dando vita a emozioni contrastanti: inquietudine, inadeguatezza, e abbracci che aiutano a dimenticare un po’ di questo grigiore.
Il nostro amore è un grattacielo che punta in alto ma cade al suolo
In Grattacielo piove parecchio, si va fuori di testa facendo m’ama non m’ama, si cerca pace come si può. Il ritmo aumenta e anche la voce si tira fuori con più urgenza, tra bombe a mano e bombe sul divano. Quasi uno sfogo, il desiderio di essere amati e di essere insieme a costo di tenersi pronti alla morte.
Nel suo minuto e 20, Quasi Quasi funziona da piacevole intermezzo strumentale sospirato, lasciando poi spazio alle tracce successive.
Dov’è che vanno gli amori, quelli che non ce la faccio?
Ecco arrivare Tre metri sotto terra, dove con borse sotto gli occhi un Galeffi preoccupato pensa a tutte le volte che ci sembrava amore e invece era un’altra cosa: guerra, sacrificio, morte. I tre metri sopra il cielo diventano sotto terra, sepolti da una coltre di insoddisfazione e di non poteva funzionare.
Questo cuore non è un albergo
Cercasi amore, traccia che ha rappresentato il ritorno di Galeffi e scelta come primo singolo estratto, ha messo subito in chiaro le intenzioni dell’artista romano per l’intero album. Il pop si arrabbia un po’ e fa ben presente che non si gioca con i sentimenti, per nessuna ragione.
All’improvviso nemmeno un tiro ormai mi tira su
Gas, l’ultima traccia, alza il volume sui sentimenti, da un’accelerata e riesce a seminare il cuore, o almeno ci prova. Anche in questo brano la voglia di cantare a squarciagola somiglia a uno sfogo, un urlo necessario e liberatorio.
Il ritorno di Galeffi ci trova preparati e piacevolmente stupiti: l’indubbia capacità di questo ragazzo viene esaltata da nuove sfumature, e il risultato sarà in grado di far gioire chi già lo ha apprezzato in “Scudetto” e di far capitolare i tanti giovani che ancora devono imbattersi nella sua musica.