Protagonista dell’ #aperitivoconlep di stasera è Gianni Denitto, sassofonista eclettico nato con la musica classica, fiorito con il jazz e maturato nella sintesi tra suono acustico ed elettronico.
L’album Brain on a sofa (2015) ha portato Gianni a esplorare diversi Paesi come India, Cina, Nepal e Senegal, dai quali ha tratto ispirazione e materiale per il nuovo lavoro discografico, Kāla.
Kāla, che in sanscrito vuol dire “tempo”, raccoglie 6 brani dove il sax è il protagonista, declinato in una miscela tra world music, elettronica e jazz. L’album di Denitto attraversa le sonorità tradizionali africane con Touki Bouki, le atmosfere rarefatte del nord Europa in Tillsammans e l’equilibrio tra tradizione e underground della nuova Cina in Air China. Ospiti speciali del disco Zion Train, Masia One, Roots by Nature, Supriyo Dutta, Cheikh Fall, Djiby Diabate.
Gianni Denitto traccia per traccia
La prima traccia, con Masia One, è Air China, un viaggio all’interno del sound da club morbido ma articolato su svariati stimoli. (Medio)orientali invece gli influssi, ben dichiarati, di una ondeggiante Café d’Arab, ricca di miraggi.
Zion Train e Roots By Nature contribuiscono a Stockholm Rasta, viaggio dentro a un reggae dalle caratteristiche serrate ma eleganti. Idee differenti quelle di Tilsammans, che ha percussioni afro ma anche suoni che albeggiano all’orizzonte, in un brano molto panoramico.
Touki Bouki gioca con sensazioni world e jazz, lasciando balenare scenari e fondali alle spalle di un cantato maghrebino nervoso. Torna la calma, ma anche tratti di inquietudine finale, sulla conclusiva True, con la partecipazione di Supryo Dutta.
C’è il sax, ma c’è anche una costruzione complessiva dei brani, da parte di Gianni Denitto, che fa pensare a una mente poliedrica e a un talento molto più totale di quello del semplice strumentista.