Diventeremo adulti è l’album d’esordio di Giulia Mei, prodotto a Roma con la collaborazione artistica del cantautore Edoardo De Angelis.
Dodici tracce di cui Giulia Mei è autrice e compositrice, ad accezione della bonus track Iu c’àiu a tia, reinterpretazione del brano del cantautore siciliano Francesco Giunta.
Il disco è stato anticipato dall’uscita del video e singolo E fattela ‘na risata! Il progetto trae ispirazione dalle principali scuole cantautorali italiane, in particolare quella genovese di De André, Tenco e Fossati, e da quella francese (Brel e Brassens sopra tutti), introducendo però al contempo elementi folk, pop e indie rock. Il risultato di queste commistioni è un album particolarmente eclettico, che si propone di fare da ponte tra vecchie e nuove suggestioni.
Giulia Mei traccia per traccia
Si parte da Tutta colpa di Vecchioni, sorta di manifesto cantautorale e di proclama poetico della propria ispirazione.
C’è un po’ di swing nel piano di Kundera, non troppo filosofica né romanzesca, ma invece immersa nelle acque del pop, ma sempre con un certo stream of consciouness di fondo.
Molto più placato il pianoforte di Lui, in cui domina la melodia, nonché il romanticismo di un amore sfumato.
Titolo un po’ da cabaret quello di Vivi, c’hai la vita, deficiente! ma poi il percorso è del tutto cantautorale, con banjo e archi, nonché qualche invettiva.
Molto dolce anche A mia madre, solo voce e piano, per un pezzo particolarmente intimo.
La 600 (tutta rotta), a dispetto del titolo invece guarda con una certa fiducia al futuro, con chitarra e piano che costruiscono linee fluide.
E’ un ritratto in minore, e al maschile, quello che esce da La Bellezza, con gli archi e un senso melodico diffuso.
Quelli che amano hanno lo sguardo più lucido… folle che c’è non ha il dono della sintesi nel titolo ma disegna linee morbide che danno risalto alla voce.
Più jazzati i toni di Maledetto, che racconta di un incontro fatale, ma positivo e pieno di fascino, con le doti pianistiche in rilievo.
Parte dal vuoto la lettera di Destinatario inesistente, fra i pezzi più suggestivi dell’album.
Il già citato singolo E fattela ‘na risata parte piano e poi alza i toni invitando all’allegria. Si chiude con Iu c’àiu a tia, cover di Francesco Giunta, in versione molto raccolta.
Mostra una personalità notevole Giulia Mei, ancor più sorprendente considerando che questo è il suo esordio (e dalle foto, non quella di copertina, si direbbe che l’età sia piuttosto verde). Una collezione di canzoni significative e spesso intense, ma anche un primo passo nella direzione giusta.