TRAKS torna a proporti cinque recensioni in breve di album ed ep usciti in questo periodo e che potrebbero esserti sfuggiti.
Simone Graziano, “Snailspace”
E’ uscito per Auand il nuovo album del pianista Simone Graziano, dal titolo Snailspace. Ad accompagnare Simone Graziano, qui al piano, synth e Fender Rhodes ci sono Francesco Ponticelli al contrabbasso e synth, e Tommy Crane, giovane rising star internazionale alla batteria. Impegnato attualmente dal vivo con Frontal, Graziano presenterà questo nuovo album in un tour a partire da febbraio 2018. Il disco di Graziano si apre con Tbilisi, cascata di suoni registrati nelle ottave alte, seguita da una più tranquilla Accident A. Si viaggia in sensi più oscuri con Accident R, anche se poi il flusso di suoni si fa più corposo con il procedere del brano. Emicrania parte corposa e si assottiglia momento dopo momento, per poi riacquistare vigore e velocità. Dopo una placida Neri, ecco July 2015, altro esercizio di sottigliezza. Aleph opta per vie misteriche e sintetiche, come per una via elettronica che conduce a verità bibliche, passando però per un’esibizione di muscoli da parte della batteria. Si va verso la fine prima con Vignastein, notturna e con il contrabbasso protagonista, e poi con Slowbye, congedo breve e soffice. Simone Graziano pubblica un disco che trae vita dagli spunti del jazz ma ha una vitalità quasi “rock”: il grande merito è quello di ottenere un risultato fluido e agile, perfino leggero, qui e là.
Prowlers, “Freak Parade”
Freak Parade è il nuovo album della band pesarese Prowlers, distribuito dall’etichetta discografica “La Stanza Nascosta Records”. La prima traccia è Golden Bricks, introduzione che sembra portare verso un rock di stampo teatrale. Ci sono pezzi agili come Fantastic Fanatic, di metal nostalgico come Turtle Man oppure più pacifici ma articolati come Joseph Merrick, in un disco in grado di mostrare numerose facce differenti. On the Dusty Road si incammina su suoni western elettrificati. Melodia ma anche energia in mostra in Hotel Dante, mentre Another Brother’s Gone Away si veste di rock-blues, con la chitarra a tutta forza. Rock puro invece quello di Fighting All Again, prima di una piuttosto esplosiva Not By My Side. Il disco dei Prowlers mette in evidenza tutta la versatilità di cui la band marchigiana dispone, nonché le molte abilità strumentali del gruppo.
Deux Alpes, “Grenoble 1998”
Grenoble 1998 è l’ep d’esordio dei Deux Alpes, un duo di musica elettronica di base a Milano. Dopo una serie di esperienze personali Giuseppe e Edoardo decidono di unire le forze e creare un gruppo il cui sound attinge a piene mani dall’elettronica internazionale fatto di suoni eleganti, ritmiche serrate e atmosfere cupe. Il nome del duo è omaggio alla storica tappa di Grenoble del Tour de France 1998 vinta da Marco Pantani ma non solo. Dopo l’Intro, piuttosto minimal, ma in crescita continua, si passa a scalare il Galibier, che è molto meno rettilinea e più ricca di colori. Scudisciate e ritmo cadenzato sono alla base di La Montée. Si chiude con Etoile, movimento sussurrato e liquido che poi si fa martellante. Il connubio tra musica elettronica e Tour de France non è proprio inedito (vedi alla voce Kraftwerk), ma i Deux Alpes propongono un significativo squarcio della propria inventiva e personalità in questo ep.
Giorgio Stammati, “La festa patronale”
Girando in macchina (del padre) intorno a una rotonda almeno tre o quattro volte, e a disagio tra le occhiatacce delle aspettative con le facce deluse, nasce La festa patronale, ep d’esordio del cantautore Giorgio Stammati. Mentre gli amici partono per le capitali europee a Giorgio non resta che andare alla festa patronale a mangiare il solito panino con la porchetta. Un mondo curioso, che si apre con i ritmi sincopati de Il pomeriggio, tra abitudini infantili e chitarra elettrica d’appoggio. Il parere del timido è baldanzosa e mette su una sorta di sfida all’Ok Corral, per sonorità e cantato (che fa pensare ad antichità dell’alternative italiano, per esempio gli Estra di Giulio Casale). Un po’ più ironica, ma con un po’ di amaro, Il guardaspiaggia, ritratto con citazioni da Battiato e cambi di ritmo. Ecco poi A clean house, pezzo molto energico e adirato, con un livello di volume più alto rispetto al resto dell’ep. La title track La festa patronale porta con sé qualcosa di post grunge, anzi proprio di cobainiano. Si chiude con Non abbiamo le scarpe adatte, tra idee gucciniane e disadattamento sociale. La voce e gli argomenti di Giorgio Stammati sono originali e interessanti: l’ep è un passo d’esordio importante e probabilmente avanguardia di una carriera che può avere svolte notevoli.
Warias, “Now it’s Never”
Now It’s Never è il nuovo ep di Warias, progetto partorito dalla mente di Matteo Salviato, già bassista live degli statunitensi The Soft Moon, e dal batterista Giulio Marzano. Anticipato dal singolo Feelings Jar, Now It’s Never uscirà il 13 novembre per Coypu Records in collaborazione con l’etichetta di culto Bad Panda Records. Dopo l’introduttiva Wools arriva Feeling Jar, la title track, percussiva e incalzante. Potenza ed elettronica caratterizzano la seguente Daylight, costruita su alcuni loop. Ritmiche tribali e drumming molto cospicuo in Bali, prima che Dune ponga fine all’ep, ancora con caratteristiche legate all’insistenza e al dancefloor. Il lavoro di Warias si contraddistingue per intensità e per la costruzione di brani molto “contundenti”, dotati di una forza interna molto evidente.