Si chiama Resonance ed è accompagnato da un clip piuttosto particolare il nuovo singolo degli Inner Call, quartetto proveniente dal Friuli Venezia Giulia. Li abbiamo intervistati.

Volete raccontare la vostra storia fin qui?

Gli Inner Call nascono nel 2010 per volere del chitarrista Stefano Danelli; con lui sin dagli inizi il cantante Lorenzo Nadalin. La chiamata interiore (Inner Call) simboleggia il desiderio di esprimersi attraverso la musica.

Il viaggio fino ai nostri giorni è lungo ed è sicuramente figlio dell’alchimia che si è formata all’interno della formazione odierna, formazione che perdura ormai da cinque anni.

Durante questi nove anni di attività abbiamo intrapreso diverse strade artistiche, tutte sempre con un solo obiettivo ovvero quello di emozionare e sorprendere i nostri ascoltatori.

Il nostro cammino ci ha portato a traguardi davvero inimmaginabili, in primis l’apprezzamento del pubblico, vero nostro motivo di orgoglio.    
Il consenso ottenuto all’estero dal singolo Gravity (Cina, Stati Uniti, Regno Unito, etc.) ci ha dato la forza per poter continuare con una ricerca sonora e artistica quanto più possibile matura ed attraente, consapevoli dell’attuale complessità dell’industria discografica. Curiosità: il primo concerto degli Inner Call si tenne il 17 settembre 2011.

Come nasce il vostro nuovo singolo, Resonance?

Nasce dal desiderio e dalla nostra continua necessità di sperimentare e stupire anche per una crescita artistica a cui non vogliamo porre fine. Resonance è un brano che ingloba generi quali pop, rock ed elettronica con un testo che riprende questo concetto. E’ figlio di quanto avete potuto ascoltare in precedenza e vuole essere comunque un trampolino di lancio per il futuro. Proprio il domani rappresenta la vera sfida che da un lato ci emoziona ma anche ci responsabilizza nel voler produrre brani mai scontati.

Avete accompagnato il brano non a un vero e proprio clip ma a un audio visualizer: volete spiegare l’operazione?

Noi lo consideriamo un vero e proprio video clip anche pensando a quanto abbiamo profuso per la sua creazione, pur sempre considerando che, come si dice in questi casi, abbiamo fatto di necessità virtù. Siamo del tutto indipendenti ed è ovvio che le risorse economiche che possiamo riversare su un singolo progetto siano limitate. Desideravamo però trovare il modo per esprimere dal punto di vista visivo il nostro brano.  

Ogni cosa, colore, essere in natura ha una propria vibrazione e quando quest’ultima è in grado di coincidere con un’altra si crea un rapporto simbiotico di risonanza, per mezzo del quale informazioni ed esperienze fra le parti si condividono.

L’occhio, specchio del percepito, vuole essere il testimone di questa interazione che sfocia in quello che gli studiosi chiamano entanglement quantistico.

Avete alle spalle un paio di ep: è giusto il momento per un lp? Potete anticipare qualcosa?

Ci stiamo accingendo al ritorno in sala di incisione: abbiamo parecchio materiale già pronto che da tempo portiamo ai nostri live e altre tracce totalmente inedite. Il rilascio di un album sarà quindi la somma di questo percorso di singoli che ormai ci caratterizza da qualche anno. Manca poco, il consiglio è quello di rimanere in contatto con noi attraverso i nostri social (ricercate innercallmusic e ci troverete facilmente, assieme al nostro logo distintivo, il Lupo) per far sì che la famiglia Inner Call possa crescere sempre più.

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