Intervista e streaming: More Lemonade, musica con dentro qualcosa

Sono in giro dal 2010, suonano emo e non si prendono esageratamente sul serio, come sarà facile intuire dalle risposte che hanno dato alle nostre domande: i More Lemonade hanno reso pubblico qualche tempo fa Like falling in love in September ’96, che puoi ascoltare in streaming qui sotto. Ed ecco l’intervista.
Potete riassumere la vostra storia fin qui e spiegare il nome della band?
Abbiamo iniziato a suonare insieme nel 2010, perché ci servivano un sacco di soldi e non sapevamo come farli. Il nostro primo nome era appunto More Money. Dopo siamo passati a More Monkey, e dopo ancora MorMons. Poi abbiamo deciso di diventare i More Lemonade e di costruire la nostra sala prove con dentro un albero. Così abbiamo iniziato a scrivere e ad ascoltare solo musica con dentro qualcosa, magari un cuore, visto che soldi non se ne vedevano. Dopo qualche anno sono nate queste sei tracce emo che parlano di noi e dell’avere qualcosa nascosto da qualche parte.
Potete spiegare motivazioni e ispirazioni di “Like falling in love in September ’96”? E già che ci siamo, anche il titolo?
Volevamo diventare un gruppo vero, come tutti gli altri. Quindi abbiamo deciso che l’unico modo per essere presi sul serio era fare un disco. Ci siamo chiusi in sala prove, abbiamo selezionato sei pezzi tra quelli che avevamo scritto fino ad allora, li abbiamo preprodotti e poi siamo finiti all’Epsilon studio, con Matteo Bissoli. Lui ci ha registrato, mixato e passato un paio di serie tv che non avevamo ancora visto, tipo la quarta stagione di X-Files e la terza di Friends.
Il giorno dopo, uno di noi ha scritto nella chat oh, quando guardo ste serie mi sembra di essere alle medie. E allora abbiamo pensato che forse sentirsi come ci si sentiva alle medie non era proprio una bella cosa, a trentadue anni. Soprattutto se ti ricordi ancora come era innamorarsi a quei tempi. Però tranqui, sono cose che succedono. Il titolo del disco, invece, ci è venuto per caso, mangiando la pizza.
Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato nel realizzare il disco, se ci sono state?
Pagare lo studio è molto difficile, specialmente se vuoi fare della tua musica un lavoro ma non hai un disco con cui suonare in giro e guadagnare i soldi per poi pagare uno studio. Quindi cerchi forme alternative, ma non è detto che tutti comprendano il valore del baratto. Anche cantare senza mettersi a ridere quando tutti gli altri sono dall’altra parte del vetro, in regia, di solito è molto difficile.
In generale, cercare un modo sensato per trasmettere le nostre idee di produzione a chi ci ha poi prodotti è stato un casino. La cosa più difficile in assoluto è stata quando abbiamo provato a spiegargli che volevamo mettere in un pezzo una chitarra pulita molto noise, che fosse Depeche Mode e con un sacco di riverbero tipo Appleseed Cast terzo disco.
More Lemonade, quarantamila prove
Come nasce “A separation”?
Per la parte musica in maniera molto semplice: giro di chitarra, poi basso e batteria, dopo altra chitarra e poi quarantamila prove per capire se è il caso di tenere un’intro di quattro o di otto battute. Per il testo, invece, le cose sono ancora più semplici. Le separazioni, di ogni tipo, possono essere molto complicate.
Potete raccontare (in modo comprensibile anche ai non esageratamente tecnici) la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?
Purtroppo non possiamo. Conosciamo solo termini esageratamente tecnici.
Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimate di più in questo momento e perché?
Ascoltiamo un sacco di cose differenti, perché giochiamo a chi fa il più diverso dagli altri. Tipo Dags!, I Cani, Do Nascimiento, Urali, iosonouncane, Mèsico, riviera, Regarde, Amari, And so your life is ruined, Calcutta e altri diecimila nomi contemporaneamente. E poi ovvio, soprattutto Futbolìn, Debris Hill e Flag Of Estonia, ma solo perché sono nostri amici e hanno fatto dei dischi bomba. Se non ci credi ti mandiamo uno screen dei nostri telefoni nella chat.
No grazie, a posto così.