Con una copertina un tantino provocatoria (una riproduzione de L’origine del mondo di Courbet che rappresenta, insomma, proprio il posto da cui arriviamo tutti) ma soprattutto con un ep molto promettente, La Suerte (qui la recensione) firma L’Origine, ep di quattro canzoni che delinea una personalità già spiccata e una preferenza per la canzone d’autore ma con suoni contemporanei. Ecco la nostra intervista con la band.

Qual è la storia della vostra band?

Perro, Doc e Montre avevano una band insieme tanti anni fa. Poi si persero in giro per il mondo, a suonare e lavorare. Al loro ritorno decidono di prendere le canzoni di Perro, dal taglio cantautorale, e costruirci intorno una band, grazie all’incontro con il nostro maestro di vita nonché chitarrista sciamanico: il Grande Baba.

Pare doverosa una domanda sulla copertina: come e perché l’idea di ricorrere al celebre quadro di Courbet? È arrivata prima la cover o la prima parola del pezzo “L’origine del mondo”?
E’ arrivata prima la canzone e il suo testo ovviamente. La cover è una scelta naturale. E’ la nostra prima uscita ufficiale, l’origine del nostro percorso appunto. Nessuna immagine poteva rappresentare meglio questa cosa.

La Suerte: variando stili, influenze e sonorità

Come nasce “Fiat” e perché l’avete proposta in doppia versione?
Tanti dei testi nascono dalla rielaborazioni di poesie e racconti che Perro ha scritto negli anni. E anche per Fiat è andata così. Era un racconto ispirato al flusso di coscienza e alla lettura di Joyce quando ancora eravamo degli sbarbati. Dopo anni di maturazione è rivenuto fuori sotto forma di canzone.

C’era già una metrica e un sacco di allitterazioni e rime, quindi è venuto naturale. L’abbiamo riproposta in due versioni perchè consideriamo Luca Urbani uno dei cantautori/musicisti più sottovalutati d’Italia e ci tenevamo a collaborare con lui. La canzone che più gli calzava non poteva che essere quella con la cassa più dritta di tutte.

In autunno La Suerte pubblicherà il primo lp. Potete offrire qualche anticipazione su come sarà?
Sarà pieno di cose. A noi piace variare tanto tra stili, influenze e sonorità diverse. Siamo dei bulimici di ascolti e non ci piace fossilizzarci con un genere, né assomigliare a qualsiasi cosa si senta in giro. Sarà quindi un disco molto vario e godibile, con un sacco di riferimenti e citazioni, con tanti strumenti e musicisti coinvolti. Sembrerà di entrare in un negozio dell’usato e uscire con qualcosa che non è mai esistito.